Il regista è famoso per i suoi film che smascherano la corruzione in una Russia moderna, popolata da figure senza scrupoli, in città dominate dalla mafia che è spesso connivente con le autorità.
Un tema analogo lo abbiamo visto nel bel film dello stesso regista, Major (Il maggiore, 2013), anche questo forte di una intensa sceneggiatura, in cui un poliziotto, dopo aver ucciso un bambino investendolo con la macchina deve scegliere se autodenunciarsi o, se, coperto dai colleghi, continuare la sua vita normale.
La vicenda di Durak è leggermente diversa, ma altrettanto angosciante. Un ragazzo, Dmitrij, semplice idraulico, è responsabile dei lavori in un grande palazzo dove vivono 800 persone. Accortosi che una enorme crepa provocherà, secondo i suoi calcoli, il crollo dell'edificio, si darà da fare per avvertire chi di dovere. Le autorità si rimbalzeranò la palla della responsabilità e tutto procederà verso il tragico finale.
Nel giro di una sola notte Dmitrij dovrà prendere delle importanti decisioni che lasceranno un segno indelebile nella sua vita. La sua famiglia semplice, la sua macchina modesta, sono contrapposte alla pretenziosa mondanità e ai suv del sindaco e del suo entourage.
E mentre il sindaco, il capo della polizia, quello dei pompieri e i vari assessori continuano a rimpallarsi le responsabilità, Dmitrij non ha nulla da nascondere, la sua onestà è disarmante, non riesce nemmeno a capire quello che è successo, perché i soldi destinati alla ristrutturazione siano finiti nelle tasche di gente che su quei soldi non aveva nessun diritto.Molto pesanti sono le scene girate nell'edificio, con una insistita ostentazione della sua umanità perduta che ci ricorda i dipinti di Bosch. E Bykov si sofferma su questi “ultimi” che hanno perso, esacerbati dal bisogno, ottusi dall'alcol e privati della bellezza che salverà il mondo, il loro aspetto umano e per i quali la violenza, fisica e verbale, è l'unico modo di comunicare.
In patria il film è stato amato e deprecato, alcuni vedono in esso un'offesa alla propria nazione dimenticando che casi come questi sono accaduti in Russia e non solo, e che la bellezza del film, la sua dimensione etica e morale hanno un respiro universale.
Detto questo è un film che vale la pena di vedere? Assolutamente si. Consigliato a chi vuole riflettere e in fondo è anche un film che esprime una speranza, secondo le parole del regista infatti:
“L'idea del film mi è venuta in una notte: fare un film su un uomo comune, onesto, che combatte contro il sistema burocratico per salvare altre persone: Di questi tempi la paura e l'indifferenza sono diventati la norma, ma degli “scemi” esistono ancora nel mio paese, e questo significa che vi è ancora una speranza”(sul sito ufficiale del festival del cinema di Locarno).Regia: Jurij Bykov Attori: Artjom Bystrov, Natal'ja Surkova, Jurij Tsurilo, Russia 2014