Una marea di rifiuti galleggianti, quasi 1,5 milioni di tonnellate. Questo è uno dei danni ambientali dello tsunami che poco più di un anno fa devastò una parte della costa del Giappone. Detriti che vagano galleggiando alla deriva nel Pacifico, e che misurano 4.000 miglia nautiche di oggetti inquinanti il mare, oggetti e resti umane.
Intanto il governo giapponese ha annunciato che la prefettura di Fukushima, coadiuvata dalle prefetture vicine, ha approvato un progetto di riforestazione delle aree boschive distrutte dallo tsunami dell’11 marzo 2011. L’intervento di ripristino delle foreste richiederà almeno 9 anni di lavoro e servirà anche a prevenire gli effetti di una eventuale nuova onda anomala sulla fascia costiera lunga 185 km. L’area interessata dal rimboschimento è estesa 460 ettari dove saranno distribuite oltre 4 milioni e mezzo di piante.
>
>