“Un format per la realtà” – Marina Mongelli

Creato il 04 dicembre 2014 da Temperamente

Un format per la realtà. Il Gruppo 63 tra letteratura e tv  rappresenta il debutto editoriale di Marina Mongelli, neolaureata in Filologia Moderna.

Ben si inserisce in quest’anno che festeggia (e coglie il pretesto per riflettere su) i 60 anni di Rai. Il saggio muove i primi passi non dalle origini della tv, ma dagli anni ‘70, quando ormai il televisore è presente in molte delle case degli italiani e sta persino arrivando il colore. Si torna poi indietro al decennio precedente e si prosegue fino ai nostri giorni. Un lavoro non lineare, dunque, ma ben strutturato, che mette in comunicazione – è proprio il caso di dirlo –  mass media e intellettuali.

Un format per la realtà si concentra sull’esperienza televisiva dei promotori della cultura in senso lato e presenta alcuni degli intellettuali che hanno dato vita e fatto parte del Gruppo 63.

Figura cardine è Angelo Guglielmi, direttore della terza rete Rai dal 1987 al 1994, che lavorava per l’azienda già dal 1954. Egli non si è limitato a trasferire in tv l’esperienza vissuta nel Gruppo 63, ma ha portato in Rai il convincimento che si dovesse rompere quel che c’era, superarlo.

Fa un po’ invidia leggere dei dibattiti intellettuali, in salotti o bar, mentre oggi tante discussioni si sviluppano nei luoghi un po’ asettici dei social.

Questo saggio abbraccia appassionati della storia della tv (quella nazionale, popolare per intenderci) e delle Lettere (soprattutto delle correnti intellettuali militanti).

È un lavoro che permette di scoprire alcuni grandi “tormenti” che hanno preceduto la nascita di programmi di successo, gli “azzardi” su cui si è voluto puntare (penso a Corrado Augias, mentre si interroga: è mai possibile che in un ente pubblico che trasmette su tre reti per decine di ore al giorno, 365 giorni giorni all’anno, non ci sia posto per un programma di libri?); le intenzioni che si volevano perseguire a portare in tv le storie reali della gente comune; i format che hanno condotto dalla tv-verità ai talk show e, in ultima istanza, a mio avviso, i motivi di certi attuali successi di programmi di bassa qualità.

Se in tanti osteggiano la tv popolare, perché fitta di fiction e programmi un po’ tutti uguali, Un format per la realtà può offrire spunti per rinnovare, captando il meglio del passato, la tv dei giorni nostri, anche e soprattutto in relazione al web, proprio perché essa è linguaggio e, come sosteneva Guglielmi, la difficoltà di far passare un discorso culturale attraverso il piccolo schermo è tutta qui.

E voi, che format vorreste?

Marina Mongelli, Un format per la realtà. Il Gruppo 63 tra letteratura e tv, Stilo Editrice, pp. 136, 15 euro.


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