Un giallo altoatesino

Creato il 03 agosto 2014 da Loredana V. @lorysmart

Am 16 Juli 1876 wurde

hier MadaleineTourville von

ihrem Gatten ermordert

Nello scorso luglio, visto il clima sempre inclemente, ovviamente non si poteva andare al lago a fare il bagno, quindi ci siamo recati, tempo permettendo, in montagna: almeno qualche fungo in saccoccia siamo riusciti a metterlo. Una di queste volte, sui tornanti che portano allo Stelvio ho notato una lapide murata sulla massicciata che fiancheggia la strada. La scritta mi ha incuriosito, così ho cercato di documentarmi su chi fosse questa Madeleine de Tourville, uccisa da marito il 16 luglio del 1876.

La signora era la seconda moglie del conte Henri Perreau de Tourville, nato a Valenciennes, in Francia, ma naturalizzato inglese. La coppia risiedeva a Londra e il 15 luglio 1876 si recò in Val Venosta per un periodo di ferie, per la precisione a Spondigna. Già il giorno seguente i due coniugi si recarono sullo Stelvio per una gita, ma alla sera in albergo ritornò solo il marito, dicendo prima che la moglie era stata vittima di una disgrazia poi, modificando la deposizione, affermando che la donna si era tolta la vita gettandosi in un dirupo. Le versioni del conte però insospettirono la polizia: si trovarono alcuni testimoni che smentirono le sue dichiarazioni asserendo di aver visto con i propri occhi il marito spingere la moglie nel baratro. Il processo si tenne a Bolzano: vi assistettero giornalisti venuti da tutto il mondo, inviati da giornali quali il New York Times, il Glasgow Herald, Le Figaro. Quest’ultimo descrisse l’imputato, allora quarantenne, come un ragazzo elegante, col sorriso sulle labbra, l’aria sicura ed il volto incorniciato da una barba nera, mentre i capelli sulle tempie erano appena ingrigiti.. Tutto questo interesse della stampa non era tanto per la morte di Madeleine, quanto per il fatto che Henri era finito sotto il mirino di Scotland Yard , poiché anni prima era stato accusato della morte della ricchissima suocera, Elizabeth Brigham, madre della sua prima moglie, uccisa da un colpo di pistola alla testa, ma era stato assolto perché le cause del decesso erano state considerate accidentali: il colpo sarebbe partito per errore e la signora, anziana, era anche molto inesperta. La giuria bolzanina, pur non raggiungendo l’unanimità (un giurato infatti diede parere opposto), non credette alle coincidenze e il 2 luglio 1877 condannò a morte per impiccagione il conte. La condanna fu però commutata in 20 anni di carcere con tanto di lavori forzati, ma l’uomo si spense 14 anni dopo. Le cronache di quel tempo addossarono a de Tourville molti altri crimini: la morte della prima moglie e quella di altre sette donne, tanto che il 23 febbraio 1890 il New York Times titolò “ Uno dei più straordinari criminali dei tempi moderni ha appena interrotto la sua vita in una cella della prigione di Karlau, a Graz, in Austria”.

Ma l’ho visto con i miei occhi”, mormora il pastore armeggiando timidamente al proprio cappello di feltro. “Ha spinto di proprio pugno la gentile signora nella gola.”



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