La sveglia suona alle 7 di domenica 22 novembre.
La sera precedente il cielo di Milano ha dato il meglio di sé con un violento temporale che ha abbassato notevolmente la temperatura e la voglia di alzarmi dopo una notte quasi insonne non c’è, ma l’idea di una giornata all’insegna della dolcezza alla #FestadelTorrone, mi piace molto, così… giù dal letto!
L’appuntamento con le blogger e i giornalisti che partono dalla mia città è in piazza Cadorna: all’appello ci siamo tutte così si parte. Contro ogni previsione è una bellissima giornata di sole le colline e le montagne che circondano la Pianura Padana sono ricoperte di neve, offrendoci così uno spettacolo molto suggestivo, come preludio di una giornata altrettanto bella.
Giunte a Cremona e riunite al “resto” del gruppo siamo state affidate ad una guida che ci ha accompagnato nella visita turistica per le vie del centro storico della città.
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La sua premessa è stata: ” Camminiamo per Cremona guardando con gli occhi, ascoltando con le orecchie e sentendo con le gambe” ed è stato un ottimo consiglio che ho messo in pratica e che mi ha permesso di scoprire i tanti segreti e le curiosità di questa antica e bellissima città situata nel mezzo della valle del Po.
La sua storia è molto più antica: come molte altre città italiane anche Cremona fu fondata dai romani e da allora un’importanza rilevante nella storia e nella cultura italiana. Con il declino dell’Impero Romano, però, Cremona venne ripetutamente saccheggiata dai Goti e dagli Unni, e VII secolo fu ricostruita dai Longobardi. La sua posizione centrale nella pianura padana e la presenza del Po, il grande fiume che attraversa tutta la pianura da ovest ad est, le ha permesso di essere un importante nodo dei traffici commerciali ed economici e per questo divenne aanche luogo ideale per lo sviluppo delle arti e della cultura.
Nella piacevole passeggiata tra le vie del centro storico siamo andati alla scoperta delle origini romane di Cremona, città in cui a tutt’oggi molte strade sono pavimentate con i sassi del fiume Po che ben si sentono sotto le scarpe mentre si cammina
La prima delle scoperte fatte è la “strada basolata romana di Via Solferino” Sotto l’attuale via si trova il selciato costituito da lastroni in pietra (basoli) e si conservano i resti dei marciapiedi (crepidines).
I Visconti innalzarono nel 1370 un castello che fu demolito nel 1784 di cui oggi non c’è traccia, ma i suoi i mattoni furono utilizzati poi per erigere la Cattedrale e oggi sono ben visibili nelle sue mura esterne, mura sulle quali sono ci sono frasi, nomi e date incise dai condannati a morte che, prima di scontare la pena. transitavano sui carri sotto l’arco che unisce Duomo e Battistero.
Nel punto più alto della città si trovano la Cattedrale che con il Torrazzo e il Battistero sono il polo della vita religiosa di Cremona. Dedicata a Santa Maria Assunta, la cattedrale fu edificata agli inizi del XII secolo ( il cantiere durò ben 4 secoli ) e rappresenta, dal punto di vista artistico, uno dei principali e più insigni esempi di architettura religiosa tanto è vero che la sua navata centrale è denominata “la Cappella Sistina” del Nord Italia.
L’opera di affrescatura della Cattedrale durò ben nove secoli e impegnò artisti quali Boccaccio Boccaccino, Gianfrancesco Bembo , Altobello Melone, Girolamo Romanino, e Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone per citarne alcuni.
A fianco della Cattedrale c’è la torre campanaria comunemente chiamata Torrazzo, alta oltre 112 metri e che nella struttura ricorda gli antichi minareti e quindi l’influenza araba a Cremona nel medioevo.
A proposito di influenza araba Cremona nel medioevo oltre che del Torrazzo è debitrice nei confronti di questa civiltà anche dell’origine di alcuni dei suoi “piatti tipici” come il torrone, i marubini, i tortelli cremaschi,e la mostarda.
Anche se una bella e romantica leggenda narra che il torrone, che nel nome evoca il Torrazzo, era presente come dolce nuziale nel 1441 al banchetto del matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza che per l’occasione voleva un dolce a forma di un parallelepipedo, come il Torrazzo, nei manoscritti di tre medici arabi dell’XI secolo (tradotti nel Duecento da due cremonesi) si trovano le ricette del “turùn” e del “chaloe”, precursori del dolce tipico cremonese…
Ma origini a parte noi siamo alla festa del torrone e ne parliamo
A pranzo abbiamo fatto una sosta all’Osteria degli Archi dove abbiamo degustato degli ottimi piatti preparati dallo chef Manolo Mosconi e dove eravamo seduti a tavola con commensali veramente speciali. I loro nomi? Maurizio Santin, Alessandro Servida, Davide Comaschi e Fabrizio Galla ovvero con il il team delle Ziette ,
Al termine del pranzo abbiamo degustato in anteprima i dolci che il team delle Ziette ha preparato in piazza durante un affollatissimo e seguitissimo show cooking. Il migliore? Non ve lo dirò mai: dico solo che erano tutti eccezionali.
Maurizio Santin ha proposto “Cremona”: un dolce che racchiude l’essenza della città preparato con una namelaka di cioccolato al 70%, biscotto alla mandorla che ricorda l’amaretto, crema di zucca, chantilly con mascarpone, crema di torrone e profumo di miele.
Alessandro Servida: ha omaggiato la città con un dolce preparato con un fondo di sbrisolona, ganache montata con cioccolato bianco e pasta di torrone, salsa di mango e frutto della passione, decorato con frolla ricostruita a base di torrone e cioccolato bianco.
Fabrizio Galla: ha proposto un dolce c base di torrone sbriciolato, pasta di torrone, pan di spagna al cioccolato senza farina, bavarese al torrone, crema al cioccolato fondente al 75%, spruzzo di cioccolato e decoro con glassa lucida e fiocco di neve.
Davide Comaschi: ha proposto un cioccolatino ripieno con pralinato interno a base di pasta di torrone puro e granella di torrone macinata, involucro di cioccolato, burro di cacao e oro.
Mi spiace solo che quando ho scattato la foto il quarto dolce era esaurito e nella foro ne manca uno all’appello e per fare il collage ho preso in prestito la loro foto dalla mia amica Sara Drilli Barone de I piattini di Drilli
In piazza grande festa quando sul palco è comparso Enzo Iacchetti che ha ritirato il premio “Torrone d’oro 2015
con selfie di gruppo finale con il simpatico show men
Nonostante il freddo è stata una bellissima giornata e per questo ringrazio l’organizzazione della #FestadelTorrone2015 per la cortese ospitalità, Oriella Daricello che mi ha invitata e le altre blogger presenti all’evento per la loro allegra e simpatica compagnia.
Se nei prossimi giorni, e avete tempo fino a domenica, vi va di passare in po’ di tempo in questa bellissima città cogliete al volo l’occasione e andateci la #FestadelTorrone vi aspetta!!!