Un giorno di luglio, a 11 anni

Creato il 20 luglio 2010 da Piesio
Il giorno che ci fu l'attentato in via D'Amelio, era luglio, era estate, era caldo. Il giorno che hanno ammazzato Borsellino sinceramente non lo ricordo molto bene, avevo 11 anni ma non me lo ricordo quel giorno. Mi aveva colpito più la strage di Capaci, forse per il cratere che l'esplosione aveva creato nell'asfalto dell'autostrada. Quel giorno di luglio ricordo che eravamo davanti alla tv, io il mio papà e la mia mamma e loro stavano zitti, non dicevano nulla ma la mamma lo vedevo che stava male, aveva qualcosa che non andava e io le chiedevo cosa c'era, se quello lì che era morto era uno famoso, uno importante, perchè io non lo conoscevo. E lei mi rispondeva un pò a monosillabi, poi continuava a preparare la tavola e la cena. Era un giudice, mi diceva. Un giudice che faceva la guerra alla mafia, era uno bravo, una brava persona e invece i mafiosi erano perfidi, ammazzavano a tradimento, con loro nessuno poteva sentirsi al sicuro. E io non lo capivo, e non l'avrei capito per un pò, come mai qualcuno avesse ammazzato un giudice con quella violenza, e come mai tante persone ora erano lì attaccate alla tv, ammutolite, sconfortate. Pensavo, seguendo uno dei miei soliti ragionamenti, che per fare giustizia bisognava mettere noi delle bombe, noi lo Stato, delle bombe a casa dei mafiosi così gli passava la voglia di ammazzare delle brave persone. Non avevo capito un cazzo. 

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