Quando sogniamo o facciamo progetti che sappiamo di non poter realizzare al momento, la prima cosa che pensiamo o diciamo è "Un giorno, forse...", lasciando intendere che continueremo ad accarezzare quel seme fin quando non potremo farlo sbocciare.
Frances Banks - la protagonista di "Un giorno, forse" di Lauren Graham [Sperling & Kupfer] - accarezza da anni il sogno di diventare un'attrice famosa e ogni volta che intravede da lontano quello che vorrebbe essere o avere si ripete, come un mantra, "Un giorno, forse...".Franny si è trasferita a New York dalla provincia americana per cercare di realizzare il suo sogno ad ogni costo, facendo la cameriera per pagare l'affitto e continuando a fare provini per ogni prodotto pubblicitario in circolazione, tutto pur di essere notata da qualche regista e iniziare la vita che ha sempre voluto avere.
Se le cose fossero troppo facili, però, forse non ci sarebbe gusto. E così il destino ce la mette davvero tutta per incasinare la vita di Franny che, al di là di tutto lo scoramento che la coglie in alcuni momenti, decide di continuare a puntare sul suo sogno. Si dà un tempo di scadenza - che poi rinnova di qualche mese - e cerca di tirare avanti. Niente avviene per caso, a quanto pare, perché poi, come i tasselli di un puzzle, tutto sembra trovare la sua esatta collocazione. Anche la stessa Franny.
"Un giorno, forse" è il primo libro di Lauren Graham, attrice americana nota al grande pubblico per la sua interpretazione di Lorelai Gilmore nella serie tv "Una mamma per amica".
La storia è narrata in prima persona e, in alcuni tratti, risulta davvero troppo semplicistica per non sembrare un diario personale. L'intreccio è altrettanto semplice e viene risollevato da una freschezza e leggerezza di cui, personalmente, non ho mai abbastanza.
Sono una fan della serie tv e, quando ho saputo che "Lorelai" aveva scritto un libro, sono andata in fibrillazione per leggerlo. Tuttavia, fin dalle prime pagine ho capito che l'aspettativa che vi avevo riposto era leggermente spropositata: come a volte accade, avevo immaginato che la verve del personaggio televisivo fosse peculiare anche dell'attrice e della persona nella vita reale o, quanto meno, del suo modo di scrivere.
Tanto che, ad un certo punto - cattiva! - ho pensato che se non fosse stato per il nome famoso, probabilmente quel libro sarebbe rimasto un diario nel cassetto di un'aspirante attrice persa nella miriade di provini e delusioni.
Diciamo che, a questo punto, aspetto una seconda prova per ricredermi e, nell'attesa, occuperò il tempo a rivedere ancora e ancora e ancora le puntate di "Una mamma per amica".