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UN GIORNO LUNGO UN ANNO AL TEATRO DELLE MUSE - doppia recensione

Creato il 14 dicembre 2011 da Apietrarota

 


“Un giorno lungo un anno” in scena al Teatro della Muse  dal 8 al 19 dicembre a Roma

Immaginate di essere seduti su una grossa poltrona non troppo comoda perché le finanze non ve lo permettono, chiudete gli occhi, state ascoltando una bella canzone, ma all’improvviso lo scoppio di una bomba vi sa saltare in piedi. Infatti siete negli anni ’40 a Roma, per l’esattezza state vivendo le giornate del 19 luglio 1943 e del 24 marzo 1944, due giorni tristi e molte volte dimenticati di Roma e dell’Italia, un bombardamento e una fucilazione di massa. È questa la storia raccontata in “Un giorno lungo un anno”. Ad ospitarci a casa sua è Cesare con tutta la sua famiglia, Anna la moglie, Righetto e Giuliana i loro figli. Un’atmosfera di paura mista s speranza contraddistingue la storia, loro quattro personificano perfettamente personaggi-tipo possibilmente rintracciabili nella società e nella cultura italiana degli anni ’40.  I vestiti, i capelli, il linguaggio e i gesti sono inseriti fedelmente in una struttura teatrale che esige di raccontare la verità diventando essa stessa una testimonianza della storia. Accanto alla famiglia gira un gruppo di personaggi, avvolte scomodi altre volte comici, molto spesso reali. Un prete, una coppia di anziani ebrei, un portiere e un generale nazista con una grossa svastica cucita al braccio destro. Una riflessione profonda e commovente per non scordare. Scrivere ulteriori parole e dare ulteriori commenti sarebbe una violenza all’opera di Claudio Morici, autore regista e interprete nei panni di Cesare. Il cuore è stato messo in questi due atti, ogni frase e ogni movimento sono sentiti profondamente da chi li ha voluti, è questo che trapela dallo spettacolo.Nel cast Claudio Morici, Maria Teresa Di Gennaro, Alioscia Viccaro, Federica Perotta, Patrizio Pucello (Paciullo), Nanni Candelari, Angelo De Angelis, VIncenzo Marchetti, Giorgio Fiore, Angela Rossini, Marco Morici. (MICHELA BAMBINI) Il 19 luglio 1943 e il 24 marzo 1944 sono quel “Un giorno lungo un anno” che Claudio Morici racconta nuovamente a Roma sul palco del Teatro delle Muse sino al 19 dicembre. La scorsa stagione ha visto il Premio come miglior spettacolo per Valenza Etica e per il Gradimento del Pubblico al Festival di arte drammatica di Pesaro e quest’anno “incassata la vittoria” sembra essere uno spettacolo ancora più bello. Bello anche se si racconta la Roma sventrata dalla seconda Grande Guerra. Bello perché è la straordinaria maestria del regista Claudio Morici a renderlo così e, assieme al ricco e brillante cast, fa di un tragico evento una commovente e divertente commedia. La Storia, quella vera, quella che si studia sui libri è solo lo sfondo della storia di una famiglia. Protagonisti non sono il bombardamento degli Alleati su Roma del ’43 o l’eccidio delle Fosse Ardeatine del ’44, questi sono solo gli spunti, i particolari che creano l’intreccio, l’inevitabile storia di guerra che cambia e stravolge anche le più tranquille famiglie. Come la famiglia di Cesare che abita un umile dimora nello storico quartiere del Quadraro e che senza accorgersene si ritrova la guerra in casa: mercato nero, prostituzione, ricettazione di armi … una famiglia che non si ricorda più com’era la vita prima della guerra ma sa che se vuole sopravvivere deve farla questa guerra, che diventa la guerra de noantri che cammina parallela a quella che si fa in alto, tra quelli che decidono per il popolo, popolo racchiuso nelle figure di Cesare – Claudio Morici -, Nannarella – Maria Teresa Di Gennaro -, Righetto – Patrizio Paciullo -, Rocco – Nanni  Candelari – e Giuliana – Federica Perotta. una commedia che tocca il cuore divertendo, che riesce nel suo intento di raccontare un pezzo di noi, della storia di chi come Cesare, Righetto o Nannarella ha vissuto la Roma in guerra. Funzionale nella riuscita della piece la lingua romanesca dei personaggi che li rende autentici, veri come i ritratti naturalistici del Verga: e poi, c’è la scenografia curata da Raniero Gelli, le musiche “partigiane” e soprattutto la voce off di Sterfano Mondini che racconta la guerra facendo vivere la sofferenza che i nostri nonni, i nostri padri hanno vissuto in quei giorni. Uno spettacolo da non perdere per non dimenticare. Ad affiancare Claudio Morici, regista autore ed attore altri bravissimi attori; Angelo De Angelis, Alioscia Viccaro, Giuseppe Galantino, Vincenzo Marchetti, Giorgio Fiore, Angela Rossini e Danilo Vitale. (JESSICA ZECCHINATO) Mercuzionline, dal 2002 il blog del teatro ----------------------------- Questa ed altre notizie le trovi su www.CorrieredelWeb.it - L'informazione fuori e dentro la Rete. Chiedi l'accredito stampa alla redazione del CorrieredelWeb.it per pubblicare le tue news.

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