Ho chiuso questo libro poco fa, dopo averlo divorato nella giornata di oggi, e non posso fare a meno di rievocare i tempi in cui io avevo 18 anni. Un'età che è un traguardo (almeno in Italia, si diventa maggiorenni, si prende la patente, si può votare per la prima volta) ma che è anche un inizio, il momento di decidere cosa fare della propria vita e di prendere decisioni che in qualche modo potrebbero influenzare il futuro: la scelta tra continuare o meno a studiare, la scelta dell'università (io avevo scelto ad esclusione, e sono finita a fare lingue perché volevo leggere i libri di Marquez in lingua originale), rimanere vicini a casa o andare lontano. Tutte scelte che sicuramente non condizionano definitivamente la propria vita ma che comunque rappresentano una tappa importante. A 18 si inizia davvero a diventare adulti. E James, il fantastico protagonista di questo romanzo, ha proprio18 anni e vive a New York (ok, nulla a che vedere con il mio paesino). A settembre inizierà ad andare all'università e per il momento si tiene impegnato lavorando nella Galleria d'Arte gestita dalla volubile madre. I suoi genitori sono divorziati e stanno attraversando a loro modo crisi di mezza età: una si sposa quasi in continuazione, l'altro ricorre a un "intervento cosmetico mirato". Di questa famiglia, ricca e bislacca, fanno parte anche la sorella, Gillian, che ha una relazione clandestina con il suo docente di linguistica, e Nanette, la supernonna, l'unica a capire veramente James. Perché James non è un diciottenne proprio normale. E' un tantino "disturbato", secondo la definizione dei suoi insegnanti, ma è soprattutto sociopatico e incapace di affrontare i legami che questo mondo ci mette davanti. Lui sta bene da solo, non vede perché debba mischiarsi a quei caproni dei suoi coetanei, con cui non ha niente da condividere e che non sopporta molto: troppo conformisti, troppo ingenui, troppo poco colti. I genitori di James però sono preoccupati per questo suo comportamento e lo mandano da una psicoterapeuta che intraprende con il ragazzo una dura lotta di botta e risposta per vedere chi si innervosisce prima, ma che piano piano servirà al ragazzo per prendere coscienza di sé. Le uniche persone con cui James interagisce volentieri sono John, che lo schiavizza alla galleria d'arte ma che lui considera un amico anche se non ben è chiaro se corrisposto, e soprattutto Nanette, la nonna che tutti vorrebbero avere. La nonna che non giudica e che non da' nemmeno troppi consigli, la nonna che ascolta e che prepara il cibo, riuscendo così ad aiutare James ad affrontare la sua paura per il futuro. Un futuro da cui non si può fuggire, nemmeno andando in Kansas o scappando da un albergo durante una gita scolastica. Ho trovato questo romanzo semplicemente geniale. Sarà che adoro questi adolescenti complicati e un po' "disturbati", questi adolescenti cinici che hanno o troppo o poco filtro tra mente e cervello. Li trovo più realistici (anche se chiaramente James è molto molto esasperato come personaggio) e molto più interessanti, perché rispecchiano una paura che, in modo più o meno marcato, riguarda tutti. La paura di crescere, la paura di non essere in grado di trovare il proprio posto nel mondo, al punto che l'unico modo per esorcizzarla e continuare a vivere è nascondersi, vivere nella propria solitudine perché è un guscio che tiene protetti e che non ci può fare male. Ma bisogna rendersi conto che tutte le difficoltà che si devono affrontare servono per affrontare meglio il futuro, che "un giorno questo dolore ti sarà utile". Lo stile di Cameron è incredibile, ha creato tanti personaggi fantastici, tutti ben caratterizzati e perfetti per interagire con James, un protagonista molto intelligente, dissacrante e ironico per certi aspetti, ma anche tanto triste per altri, che non riesce ad affrontare il mondo. Un gran bel personaggio! Un libro che si legge bene e in fretta, che ti cattura, ti fa sorridere e anche un po' riflettere. Assolutamente da leggere! Nota alla traduzione: il mio odio per Adelphi segue immutato dopo ogni romanzo edito da loro che leggo. Continuano ad esserci scelte linguistiche che non riesco a concepire e ad approvare, che scaturiscono anche in veri e proprio errori o comunque cacofonie terribili (mai sentito parlare di "d" eufoniche?). Ma tanto li traducono tutti così, c'è poco da fare. Per acquistare: Un giorno questo dolore ti sarà utile (Gli Adelphi)
UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA' UTILE- Peter Cameron
Creato il 29 maggio 2012 da LalettricerampanteHo chiuso questo libro poco fa, dopo averlo divorato nella giornata di oggi, e non posso fare a meno di rievocare i tempi in cui io avevo 18 anni. Un'età che è un traguardo (almeno in Italia, si diventa maggiorenni, si prende la patente, si può votare per la prima volta) ma che è anche un inizio, il momento di decidere cosa fare della propria vita e di prendere decisioni che in qualche modo potrebbero influenzare il futuro: la scelta tra continuare o meno a studiare, la scelta dell'università (io avevo scelto ad esclusione, e sono finita a fare lingue perché volevo leggere i libri di Marquez in lingua originale), rimanere vicini a casa o andare lontano. Tutte scelte che sicuramente non condizionano definitivamente la propria vita ma che comunque rappresentano una tappa importante. A 18 si inizia davvero a diventare adulti. E James, il fantastico protagonista di questo romanzo, ha proprio18 anni e vive a New York (ok, nulla a che vedere con il mio paesino). A settembre inizierà ad andare all'università e per il momento si tiene impegnato lavorando nella Galleria d'Arte gestita dalla volubile madre. I suoi genitori sono divorziati e stanno attraversando a loro modo crisi di mezza età: una si sposa quasi in continuazione, l'altro ricorre a un "intervento cosmetico mirato". Di questa famiglia, ricca e bislacca, fanno parte anche la sorella, Gillian, che ha una relazione clandestina con il suo docente di linguistica, e Nanette, la supernonna, l'unica a capire veramente James. Perché James non è un diciottenne proprio normale. E' un tantino "disturbato", secondo la definizione dei suoi insegnanti, ma è soprattutto sociopatico e incapace di affrontare i legami che questo mondo ci mette davanti. Lui sta bene da solo, non vede perché debba mischiarsi a quei caproni dei suoi coetanei, con cui non ha niente da condividere e che non sopporta molto: troppo conformisti, troppo ingenui, troppo poco colti. I genitori di James però sono preoccupati per questo suo comportamento e lo mandano da una psicoterapeuta che intraprende con il ragazzo una dura lotta di botta e risposta per vedere chi si innervosisce prima, ma che piano piano servirà al ragazzo per prendere coscienza di sé. Le uniche persone con cui James interagisce volentieri sono John, che lo schiavizza alla galleria d'arte ma che lui considera un amico anche se non ben è chiaro se corrisposto, e soprattutto Nanette, la nonna che tutti vorrebbero avere. La nonna che non giudica e che non da' nemmeno troppi consigli, la nonna che ascolta e che prepara il cibo, riuscendo così ad aiutare James ad affrontare la sua paura per il futuro. Un futuro da cui non si può fuggire, nemmeno andando in Kansas o scappando da un albergo durante una gita scolastica. Ho trovato questo romanzo semplicemente geniale. Sarà che adoro questi adolescenti complicati e un po' "disturbati", questi adolescenti cinici che hanno o troppo o poco filtro tra mente e cervello. Li trovo più realistici (anche se chiaramente James è molto molto esasperato come personaggio) e molto più interessanti, perché rispecchiano una paura che, in modo più o meno marcato, riguarda tutti. La paura di crescere, la paura di non essere in grado di trovare il proprio posto nel mondo, al punto che l'unico modo per esorcizzarla e continuare a vivere è nascondersi, vivere nella propria solitudine perché è un guscio che tiene protetti e che non ci può fare male. Ma bisogna rendersi conto che tutte le difficoltà che si devono affrontare servono per affrontare meglio il futuro, che "un giorno questo dolore ti sarà utile". Lo stile di Cameron è incredibile, ha creato tanti personaggi fantastici, tutti ben caratterizzati e perfetti per interagire con James, un protagonista molto intelligente, dissacrante e ironico per certi aspetti, ma anche tanto triste per altri, che non riesce ad affrontare il mondo. Un gran bel personaggio! Un libro che si legge bene e in fretta, che ti cattura, ti fa sorridere e anche un po' riflettere. Assolutamente da leggere! Nota alla traduzione: il mio odio per Adelphi segue immutato dopo ogni romanzo edito da loro che leggo. Continuano ad esserci scelte linguistiche che non riesco a concepire e ad approvare, che scaturiscono anche in veri e proprio errori o comunque cacofonie terribili (mai sentito parlare di "d" eufoniche?). Ma tanto li traducono tutti così, c'è poco da fare. Per acquistare: Un giorno questo dolore ti sarà utile (Gli Adelphi)
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