Così titola un giornale locale in merito ad un presunto attacco lupino ad un puledro di Riofreddo, frazione della montagna di Visso. Per rendere poi più carico di tensione l’evento si fa notare che si comincia a temere anche per la vita delle persone. Siamo tornati alle epiche battaglie di “Uomini e lupi” ( fantastico film del 1957 di Giuseppe De Santis, conYves Montand e Silvana Mangano). Per un allevatore la perdita di un capo di bestiame può essere senz’altro un evento pesante, ma questo continuo gonfiaggio giornalistico di ogni evento che coinvolge la fauna selvatica comincia a dare la nausea. L’ISTAT, ad esempio, ci fa sapere che in Italia si macellano annualmente la bellezza di 25.000.000 di capi di bestiame grosso e medio (bovini, ovini, suini, equini ecc.) e più 504.000.000 (milioni!) di animali da cortile. Ora qui per un (1!) puledro si pretende che esista allarme sociale e di mobilitare la Prefettura. E’ proprio il caso di dire che si vuole per forza gridare “al lupo, al lupo!” per creare allarme e ostilità contro la faticosa azione decennale di chi agisce disinteressatamente affinchè tutte le creature, non solo quelle che finiscono nei nostri lauti piatti, abbiano il diritto di vivere su questa nostra terra. Perchè di questo infine si tratta, dell’esplodere sempre più virulento di una micragnosa ed enterica visione utilitarista che non riesce a vedere nient’altro che il proprio ed esclusivo interesse economico, di fronte al quale ogni altro valore vada pure in malora. Ma forse c’è solo la voglia di giustificare il tentativo di riaprire la caccia selvaggia e senza regole a tutto ciò che non sta rinchiuso nel nostro cortile e allora via a gridare al “lupo cattivo”. Oppure di giustificare la sempre più diffusa pratica dei bocconi avvelenati o dei lacci che strangolano gli animali. Per poi appenderli barbaramente ad una croce come è accaduto alcuni mesi fa al valico di Bocca Serriola. Atti come questi dimostrano appunto che la vera belva è quasi sempre l’uomo; il lupo uccide per istinto e per alimentarsi, l’uomo perchè non sopporta più di non essere l’unico essere del creato.
lupo avvistato sul Monte Gemmo (Appennino Marchigiano)
Io il lupo l’ho incontrato due volte girando per le nostre montagne. Una prima volta la vigilia di Natale di qualche anno fa sui monti appena innevati tra Pioraco ed Esanatoglia uscendo dal bosco sui prati sommitali mi sono trovato improvvisamente davanti, a poche decine di metri, una coppia di lupi che seguivano la mia stessa cresta: il tempo di scattare alcuni fotogrammi, ci siamo guardati e si sono dileguati nel bosco sottostante. La seconda volta li ho solo uditi, ma è stato molto più emozionante perchè mentre il sole calava sul Monte Bove incendiando le cime cariche dell’ultima nevicata di quest’inverno, dai boschi di Monte Rotondo si è levato a lungo l’ululato profondo del lupo verso un cielo che andava facendosi sempre più di cristallo. Sono felice che fratello lupo è tornato a vivere con noi.