Come economista ha sposato la tesi liberista, l’ideologia che mette al centro il mercato con la convinzione che lo stesso abbia la capacità di autoregolamentarsi; era contrario agli interventi dello Stato nell’economia, sostendendo la necessità di lasciare “libero” il mercato.
Durante la grande crisi economica del 1929, continuò a sostenere tesi liberiste sebbene con alcune correzioni.
Di questo studioso è unanimo l’apprezzamento per il suo essere uomo libero, mai legato a lobby di qualsiasi tipo; si racconta che quando interveniva alla camera, Palmiro Togliatti si avvicinava per sentire meglio i suoi discorsi.
Oggi, di fronte ad una crisi così profonda del mercato, sostanzialmente nessun Governo crede più alla capacità del mercato di autoregolamentarsi, ma si ritiene importante ricordare quest’uomo sia perchè è stato uno dei Padri della nostra Costituzione e sia perchè è stato un liberista “puro”; chi oggi elogia il libero mercato molto spesso lo fa solo per difendere delle oligarchie, degli assetti di potere economico e sociali e in quest’ottica persone libere come Corbino sono in estinzione. Precedentemente abbiamo parlato di Federico Caffè.