Diciamo subito che “The apprentice” è il talent show che più mi appassiona, persino prima di Masterchef.
Perchè mi riporta a quell’epoca in cui pensavo che il mio futuro sarebbe stato quello, a inventare giocattoli (ho fatto il colloquio alla Clementoni ma non mi hanno preso, per inciso) o a fissare il miglior prezzo per 500gr di arabica.
Fantastico quel periodo, in cui mi immaginavo nel rutilante mondo del marketing ad applicare le quattro P per vincere sui concorrenti ed essere il migliore.
Ora me la rivivo negli occhi di quei concorrenti vagamente imbranati ai quali viene chiesto di essere brillanti e che spesso fanno cagate mirabolanti che anche un ragazzino saprebbe evitare.
Bello, bello The Apprentice, magari depurato della parte-baracconata (inevitabile nei realitu/talent) riconducibile al considerare Briatore, dico Briatore, come un imprenditore di successo e un esempio da seguire.
Comunque bello, e per me vince Matteo.
(titoli di coda, fotografia di chiagia con la scritta “Oggi Chiagia ha abbandonato i sogni di gloria e fa un lavoro che non ama per comprarsi cose che non gli servono. Cit.”)