Culto essenzialmente urbano, emerge nel quartiere di Tepito di Città del Messico - città 'di frontiera' dal quale nascono personaggi miseri ed estremi che spesso saliranno alla ribalta dello sport, dello spettacolo e anche del crimine messicani.
La sua iconografia e le sue peculiarità sono dovute al sincretismo di tre tradizioni:
1) il culto della morte precolombiano,
2) le concezioni occidentali mediovali e barocche della morte, e
3) elementi della religione Yoruba, pure diffusa sul posto, originaria di Nigeria e Benin.
Coloro che la venerano si dichiarano cristiani, e in particolare cattolici, mentre la Chiesa cattolica la interpreta in termini fortemente negativi, quindi sia non riconoscendola nel pantheon delle proprie figure sacre di riferimento, sia spingendosi talvolta a tentare di esorcizzarne (fallacemente) i suoi adepti.
La Santa Muerte si inserisce all'intero di un contesto culturale in cui il tema della morte è già fortemente presente nell'immaginario e nell'iconografia religiosa. Le sue origini non sono ancora state individuate, sebbene - almeno nell'ultimo secolo - vi siano numerose testimonianze dirette che sia stata venerata nelle case private e le informazioni su di lei - su come rivolgervisi, su cosa le si posse chiedere, su quali siano le sue peculiarità - siano state tramandate di donna in donna.
Considerata dai suoi seguaci la figura intermedia più potente e più vicina a Dio, i più votati a essa sono criminali, deliquenti o, comunque, persone che conducano una vita pericolosa. Uno degli aspetti per il quale il governo messicano sembri si trovi più in difficoltà all'accettazione ufficiale e 'formale' di questa religione-culto riguarda l'appartenenza di singoli devoti, a volte anche importanti, ai narcos. Per cui, sembrerebbe quasi di dar loro anche un'accettazione e riconoscimento ufficiali del proprio stile di vita - cosa ovviamente inaccettabile.
Video e musiche presenti anche su YouTube vi confermano tale legame, per un culto del quale siamo assistendo alla strutturazione, alla dimensione pubblica, e al concretizzarsi di relazioni con il pre-esistenze da meno di 10 anni (tanto recente è infatti la sua visibilità pubblica, dovuta a una fedele che per prima, pochi anni orsono, esposte una statua della Santa Muerte a grandezza naturale sul balcone al pian terreno della propria casa a Tepito, rendendo quel luogo a metà tra pubblico e privato uno spazio sacro, e, di fatto, involontariamente emancipando il culto della Santa dalla relativa segretezza cui era stata sottoposta sino ad allora.
Per approfondimenti: intervista ad Alfonso Hernàndez di Fabrizio Lorusso