L’usato Apple si vende molto bene: i vecchi prodotti con la Mela valgono generalmente il doppio degli omologhi concorrenti.
I prodotti Apple hanno un fascino speciale: per quanto ci si possa ritenere immuni dall’effetto che hanno su moltissime persone, è difficile negare l’esistenza dell’attrazione che esercitano, ed è difficile a causa dei numeri.
Sono infatti i numeri a dire che, per esempio, un prodotto Apple usato perde valore molto più lentamente rispetto all’omologo di un altro produttore.
I dati forniti da
Nextworth
e
Gazelle
sono piuttosto chiari: un iPhone 4S e un Samsung Galaxy S2 – due smartphone di alto livello candidati alla sostituzione da parte dei loro proprietari, considerato che il ciclo di vita medio di un prodotto di questo tipo è di due anni – hanno oggigiorno valori molto diversi.
Un iPhone 4S vale infatti ancora quasi 200 dollari, ossia ha mantenuto circa 1/3 del proprio valore; un Galaxy S2, invece, vale appena il 13% del prezzo che aveva durante i tempi d’oro, ed è uno degli smartphone Android che da questo punto di vista si comportano meglio.
Venendo a modelli più recenti, vediamo che un iPhone 5 mantiene ancora il 51% del proprio valore, e un Galaxy S4 il 43% e un S3 (diretto concorrente dell’iPhone 5) il 25%.
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Ancora più impressionante è notare come i prodotti Apple piacciano persino quando non funzionano: un iPhone guasto – spiega Gazelle – vale quanto un LG in buone condizioni.
«Non solo i prodotti Apple mantengono bene il proprio valore, ma la domanda è estremamente alta» spiega Anthony Scarsella di Gazella. Gli fa eco Jeff Trachsel di NextWorth: «I prodotti Apple generalmente valgono circa il doppio degli altri dispositivi dello stesso periodo».
Una delle spiegazioni avanzate è che per chi acquista è come se il mercato fosse diviso in due: da una parta i prodotti Apple, dall’altra tutti gli altri. Da un lato l’offerta ristretta, e per questo motivo percepita come “unica”, fatta dalla società di Cupertino; dall’altro la marea di prodotti e configurazioni dei concorrenti.
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Ciò è valido sia per gli smartphone che per i computer. Un MacBook è un MacBook; un Dell – per esempio – è “un portatile con Windows”. Non si tratterebbe insomma di qualità costruttiva o di altre motivazioni tecniche: è il modo in cui è percepito il prodotto.
Occorre dire che le cose stanno lentamente cambiando. I vari produttori – soprattutto quelli di smartphone – stanno iniziando a concentrarsi sulla proposta di un modello di alto livello da spingere con tutte le loro forze, accanto al quale le alternative devono quasi scomparire, o comunque venir considerate pallidi sostituti.
Ci vorranno probabilmente tuttavia anni prima che la percezione del pubblico cambi in maniera significativa.
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