Un italiano a Tokyo ammette: giornali italiani troppo catastrofisti

Creato il 24 marzo 2011 da Lorenzo_gigliotto

Che certi quotidiani nazionali siano più interessanti a tirare su le vendite o a far salire gli accessi dei loro rispettivi siti web piuttosto che fare corretta informazione, è risultato piuttosto palese nei giorni scorsi, nei momenti di maggiore paura a Tokyo. Lo conferma Roberto Potenti, musicista milanese che si è che si è trasferito in Giappone e che ha parlato proprio di questo in un’intervista a Linkiesta (http://www.linkiesta.it/io-italiano-tokyo-dico-avete-scritto-sacco-balle). Secondo Roberto, il Giappone “aspettavano da anni un terremoto simile, anzi ci si aspettava di peggio. La faglia si è rotta e loro rimarranno tranquilli per altri cento anni. C’è stato più allarmismo in Italia. La corrente elettrica, praticamente, c’è sempre stata”. Quando è ritornato nel nostro paese, inoltre, si è recato al Niguarda di Milano “per accertamenti” ma “il centro di medicina nucleare era chiuso”. “Evidentemente non ero poi così radioattivo”, ha detto scherzandoci su il nostro connazionale. Roberto si è trasferito in Giappone molti anni fa per esercitare la sua attività di musicista (molto più riconosciuta lì che da noi) e sempre lì ha trovato l’amore. In Italia è tornato qualche giorno dopo il sisma per rassicurare la sua famiglia d’origine e si è reso conto come la stampa italiana abbia calcato la mano, distinguendosi per superficialità, catastrofismo e imprecisione. Le balle più grandi? Si è detto che la benzina era andata alle stelle in quei giorni, perché scarseggiava; “peccato che nessuno abbia precisato che costa, comunque, meno di quella italiana. E il Giappone non produce petrolio. Per sostenere gli altissimi consumi di una società altamente industrializzata, lo importa per l’80% dal Medio Oriente”. Inoltre, l’ambasciata italiana a Tokyo, nella zona sud della città, ha registrato, nei giorni del sisma, una percentuale di radioattività pari a un terzo rispetto a quella di Roma: 0,04 microsievert contro gli 0,25. Questo perché  la Basilica di San Pietro è costruita con una pietra che contiene una percentuale naturale di radioattività. Un altro elemento curioso è che un’amica della moglie di Roberto, che vive a Sendai, prefettura di Miyagi (dove si è registrata l’onda sismica più alta e dove il terremoto è stato di 7 su 7 in scala giapponese), ha scritto sul suo blog che “ha ricevuto, due giorni fa, il gioco per l’Xbox che aveva ordinato su internet. Era felicemente sorpresa che le poste giapponesi riuscissero a effettuare le consegne anche durante l’emergenza”. Insomma, attenzione a quello che si legge su certi quotidiani. Informarsi è importante ma approfondire e porsi delle legittime domande lo è ancora di più.



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