Mentre la stampa nostrana continua a scrivere gli stessi articoli, sulle stesse cose, con le stesse persone, le stesse interviste e le stesse pacche sulle spalle che non portano mai a una mazza (nonostante le cose, si, stiano migliorando perchè peggio non poteva andare) chi doveva farcela ce la fa comunque. Lontano da qui.
Di italiani che nel mondo dei videogiochi hanno avuto successo all'estero ce ne sono una marea, non è quella la novità. Di italiani famosi nel mondo dello sviluppo ne esistono tantissimi e buona parte di loro, per tanti motivi, sono persone che conosco direttamente o persone con cui ho avuto il privilegio di lavorare. Recentemente però Forbes ha buttato giù una lista di 30 personalità importanti del mondo gaming scovate tra gli under 30 in giro per il mondo e nella lista è finito Tommaso Checchi (o più semplicemente Tommo). Il prestigio di Forbes non ha di certo bisogno di spiegazioni di nessun genere e vedere un ragazzo così giovane, partito da una community come IndieVault per arrivare a Mojang e alla rivista da protagonista, è una di quelle cose che fanno bene a un movimento intero (se qualcuno avesse il decoro di accorgersene invece di stare a parlare di VR e stronzate business che, oggi, non esistono ancora). Mi fa piacere pensare di aver conosciuto Tommo proprio all'inizio della sua carriera e di aver pubblicato il suo primo gioco su iPhone quando Forge non era ancora Reply e sono andato a scegliermi a destra e sinistra tutti i prodotti della line-up che sono stati poi acquistati dalla holding in un secondo momento. Ninja Training era il gioco in questione, una roba super easy e divertente che cavalcava un po' l'onda del momento, featured in tutto il mondo su Apple Store e anche in Sol Levante dove ha riscosso un buon successo in termini di download (nonostante poi le vendite non fossero state sicuramente impressionanti). Ho anche provato diverse volte a convincere Tommo a rientrare, l'ultima volta in tempi recenti per portarlo in Storm in a Teacup ma sono stato gentilmente rimbalzato (non per questioni economiche, giusto per). Ed è giusto così, quando si ha tutta una vita (lavorativa) davanti di quelle che poi ti portano su Forbes. Mi piace pensare anche che del suo talento mi fossi accorto prima di molti e che in qualche modo, quell'esperienza lo possa aver aiutato a capire alcune delle cose da fare (e da non fare) per muoversi in questo settore. Ma lui tanto aveva già le idee chiare.