Da una prima analisi la dott.ssa Iannelli ha affermato che trattasi di un Kados di età romana, un contenitore utilizzato anticamente per il trasporto della pece, ancora presente al suo interno e visibile. La dott.ssa ha sottolineato l’importanza del ritrovamento in quanto conferma le notizie provenienti dalle fonti classiche che parlano di una produzione di pece proveniente dalle zone boscose della Calabria.
La Guardia costiera che vigila sulla tutela sui beni del patrimonio archeologico e storico sommerso, invita tutti coloro che ritrovino oggetti di possibile interesse storico a consegnarli alle autorità, e ricorda che la legge punisce eventuali appropriazioni.
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