Un killer nel mondo del burlesque (inchiesta romanzata sul burlesque in Italia) – 6a puntata

Da Burlesqueitalia

Il sicario della nostra fanta-inchiesta è vicinissimo a Eve La Plume. Nel frattempo, incontra Alessandro Casella, direttore dell’Accademia dell’Arte del Burlesque del Micca Club.
Fino al 24 maggio, su Burlesque.it e su Il Nuovo Corriere di Firenze, in collaborazione con Burlesque ViVO!

* * *

Alessandro Casella


uccidere Eve La Plume

Ho una strana sensazione, ho il desiderio di rivederla ancora, di vederla danzare sul palco, muoversi per me, muoversi per il pubblico per l’ultima volta. Controllo la pistola, mi aggiusto la giacca ed esco. Il locale è pieno, ci sono persone ovunque. Leggo che l’esibizione di Eve ci sarà tra due ore. Forse lei è già in camerino. Potrei infilarmi dietro le quinte e approfittare delle confusione. Poi mi fermo.
«Cocktail Martini» ordino al bar.
Accanto a me ci sono due uomini eleganti, dall’aspetto importante. Uno di loro ha una cartellina in mano, alza continuamente gli occhi e si guarda intorno, sembra che si stia accertando di come vadano le cose. E’ uno che conta qua dentro, penso. Mi avvicino per ascoltare la loro conversazione.

«Il Burlesque è una rivincita del femminile. Una femminilità che non viene costretta nei canoni estetici della moda. Il burlesque ti permette di entrare nel mondo dell’intrattenimento e dello spettacolo a prescindere dalle taglia, dall’età, dalla bellezza “televisiva”. Ciò che conta è la bravura della performer.»
Chiedo al barista chi sia l’uomo che sta parlando.
«Alessandro Casella, il capo» mi risponde.
Non capisco le domande dell’altro uomo ma riesco a sentire le risposte del capo.
«Dall’idea di partenza all’acconciatura, dal costume alla coreografia, dalla scelta delle musiche al trucco… fino alla messa in scena, tutto è al femminile. Questo fenomeno è ancora di nicchia, ma ha un grandissimo potenziale di crescita ed evoluzione. Lavorando per Lady Burlesque e come Direttore dell’Accademia dell’Arte Burlesque del Micca Club, ho avuto l’opportunità di conoscere di persona le donne che hanno deciso di intraprendere questa strada, donne che avevano l’ambizione di fare spettacolo, ma spesso si trovavano discriminate.»
Mi guardo intorno, sta arrivando ancora molta gente, cerco qualcuno, un viso familiare, una faccia rassicurante, non so bene perché ma ho voglia di fare due chiacchiere. Tocco la pistola. Mi ricordo qual è il mio lavoro e continuo ad ascoltare Casella:
«Partecipando invece a Lady Burlesque, o facendo spettacoli al Micca Club hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica la propria creatività. Non so quanto ancora durerà, io posso solo dire che tutto dipende da chi lavora in questo settore, cioè da noi, dalle performer, dagli organizzatori. Tutti noi siamo responsabili della qualità dello spettacolo e possiamo, oggi, farlo diventare un nuovo modo di fare intrattenimento, solo se il livello artistico rimane molto alto.»

Guardo l’orologio. Un’ora all’esibizione. Ho una strana sensazione. Non è la paura di essere scoperti, quella c’è solo all’inizio. Anzi l’adrenalina di farla in barba a tutti è diventata ormai una dipendenza per me. Poi ci sono i soldi e quella morale da giustiziere che ti costruisci intorno e tutto diventa lavoro. Solo lavoro. Un tempo era passione, magari perversa, contestabile, abominevole ma era passione. Vado in bagno a guardarmi. Mi guardo sempre allo specchio, prima e dopo aver ucciso qualcuno.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :