Un libro è almeno un rigo del tuo necrologio

Creato il 12 giugno 2011 da Paciampi
Detto nel modo più banale: le persone se ne vanno, i libri rimangono. Anche se di loro pare persa ogni traccia. Anche se sono condannati ad ammuffire nel fondo di un magazzino o a impolverarsi nel più dimenticato degli scaffali di una biblioteca.
Questo è almeno quello che in genere ci piace credere.
Paul Collins scrive così, nel libro in cui racconta del suo soggiorno a Hay-on-Wye, il paesino del Galles che da qualche anno ha costruito la sua fortuna sui libri usati che gli arrivano dagli Stati Uniti (Nel paese dei libri, Adelphi)


Il fatto curioso, se si ha scritto un libro, anche se caduto nel dimenticatoio, è che ci sopravviverà
Anche contro la volontà dello stesso autore, naturalmente, perché ci deve essere una qualche legge di Murphy che regola anche questa materia. Per tanti scrittori che cercano di consegnarsi all'eternità, senza riuscirci, non sono mancati coloro che hanno provato - inutilmente - a fare sparire una loro opera.
Nathalien Hawthorne, per esempio, che tentò in tutti i modi di cancellare dalla faccia della terra il suo primo romanzo, facendosi restituire anche le copie regalate agli amici per poi bruciarle. Missione fallita.
Conclude Collins - e chissà se può essere di qualche conforto:
Quando pubblichi un libro, sai in anticipo almeno una riga del tuo necrologio

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