Un libro è un libro ma… sarà vero?
È partita nei giorni scorsi l’iniziativa social “Un libro è un libro” promossa dall’associazione italiana editori per promuovere l’equiparazione dell’IVA sugli ebook. Il successo mediatico che ne è conseguito è stato tale che ha portato #unlibroeunlibro nell’arco di mezza giornata alla mobilizzazione in rete di oltre 10.000 persone tra editori, autori e lettori che hanno aderito alla campagna con post, foto e video.
Ma perché tanta bufera?
Ancora più bella fu la risposta data dall’Agenzia delle Entrate nel 2003 quando una società che commercializzava circolari cartacee di un associazione bancaria italiana decise di offrire lo stesso servizio anche in via telematica e chiese di poter godere di agevolazioni. La risposta fu: “le suddette agevolazioni riguardano cessioni di beni editoriali, caratterizzati da una fruizione materiale, in quanto acquisiti attraverso i canali tradizionali di diffusione, quali il punto vendita (edicola), o la spedizione presso il domicilio dell’utente”.
Anche l’Unione Europea ci ha messo del suo. Alla fine di una corroborante trafila di direttive nel 2009 ancora per gli ebook l’equiparazione a libro era un miraggio lontano tanto da essere paragonato più simile ad un software o a un videogioco. Come se non bastasse i pochi stati membri che decisero di abbassare le aliquote di propria iniziativa furono vergognosamente multati. Ma ciò che sfiora il ridicolo è che mentre in America la vendita degli ebook è circa di ¼ del totale di libri venduti, in tutta l’Europa questa non passa il 2%.
E in Italia come la mettiamo?
Signori siamo onesti. Che l’Italia non sia un popolo di lettori è risaputo. Basta fare un giro nella pagina online dell’Istat e dell’istituto di ricerca Nielsen per capire che l’anno scorso solo il 43% degli italiani ha letto appena un libro. Dato guarda caso rigorosamente in calo rispetto ai 46% del 2012 e il 49% del 2011.
Ed ecco allora che ritorniamo all’importanza della campagna lanciata in rete e alla repentina diffusione dell’hashtag #unlibroeunlibro su facebook, instagram e twitter. Perché basti pensare che in Italia nel 2013 gli e-reader acquistati sono stati 2,4 milioni (+34,2%), i tablet 6,3 milioni (+65,7%) e gli smartphone 26,2 milioni (+43%) e ad essere in crescita è anche il tempo che gli italiani passano in loro compagnia. E se questo trend sta salendo bisogna incentivarne la crescita e non troncargli le gambe come invece siamo ben tristemente troppo capaci a fare.