Un libro epico

Creato il 28 febbraio 2011 da Azfootball2003

La nostra Associazione, per Statuto, ha anche scopi culturali e ricreativi.

AZ FOOTBALL 2003 propone a tutti i nostri visitatori un bellissimo libro di Cristiano Cavina, uno scrittore romagnolo nato a Casola Valsenio, dal titolo ‘Un’ultima stagione da esordienti’.

La lettura iniziale è fantastica, la mente torna indietro e rivive momenti incredibilmente belli che tutti noi abbiamo vissuto… ecco le prime righe:

Eravamo una squadra che suscitava un sacco di allegria, in trasferta.

Almeno prima del fischio d’inizio.

Le nostre maglie blu erano sbiadite da infiniti lavaggi e i numeri si scucivano dopo pochi minuti.

Alcuni di noi avevano le scarpe di qualche misura in più, per non doverle ricomprare nuove ogni anno.

Poi si cominciava a giocare, e saltava fuori che non era per niente facile batterci.

Non che fossimo dei fenomeni, a parte il Grande Poggio.

Ma eravamo affamati del pallone.

Gli davamo la caccia, come predatori.

Eravamo nati per quello.

Nell’ecosistema dei campionati giovanili, eravamo in cima alla catena alimentare”.


Erano tredicenni d’assalto: mettevano il calcio sopra ogni cosa.

Il Dio del Calcio era il loro dio.

E il Mister il suo profeta.

L’estate macinavano polvere nel campetto di ghiaia.

Appuntamento alle sette del mattino per la prima partita, e avanti fino a sera.

Stava per cominciare la terza media, ma è solo un dettaglio.

Era il calendario delle partite a scandire le tappe di un’avventura.

Sprofondavano nella Bassa, sotto un cielo esagerato, circondati da milioni di peschi.

Si inerpicavano tra i monti, su campetti gelati, in fondo a tornanti interminabili.

Per scardinare squadre di geometri ben pettinati, che li disorientavano con finte, passaggi di prima e triangoli di perfezione assoluta.

Per sopravvivere agli attacchi di Elliot il Drago, che aveva le cosce di Rummenigge, e quando cambiava passo staccava le zolle di terra dal campo.

Scortati dalla Regina dello Sterrato, il furgoncino di George Balducci e una testa di cinghiale imbalsamata.

Un tunnel che porta dritto a Borgo Ghibellino, una filiale dell’inferno. In una finale epica, dove ci si gioca il campionato e molto di più.

Era il calcio che giocavano allora.

Bruciava nel loro sguardo, e li faceva uscire dagli spogliatoi con i borsoni in spalla, fieri come i paracadutisti.

…senza parole…

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