Si trova da qualche giorno in libreria e anche nelle edicole più avvedute Atlante illustrato del calcio '80, un gran bel volume, già a partire dal formato e dalla scelta del tipo di carta, fatto di foto che illustrano meglio di tante parole cosa fosse il calcio in Italia, quando il nostro veniva considerato il campionato più bello del mondo. Trovano spazio scatti che ritraggono i campioni sul campo di calcio ma anche, e soprattutto, nella loro vita quotidiana, una vita non così diversa da quella degli altri uomini e donne. Non si vedono orecchini, tatuaggi e occhialoni neri né tantomeno discoteche truzze, macchine truzze e donne truzze al seguito ma ragazzi sorridenti, a volte impacciati di fronte alla macchina fotografica, molte mamme e qualche moglie, vestiti informali. Per carità ci sono pure scatti che immortalano le show girls dell'epoca ma sempre coperte dalle varie maglie delle società calcistiche e con sguardi rassicuranti seppur intriganti, niente a che vedere con gli ammiccamenti volgarotti di oggi. Ci sono pure le foto improbabili rubate a qualche carnevale, per non parlare della lunga serie di bidoni (soprattutto stranieri) padri del caos di oggi per cui, ad esempio, il Catania sembra la sagra dell'asado con i suoi 13 argentini in rosa. Su tutto, comunque, aleggia un'aura di sobrietà e allegria, delle quali ho un vago ricordo se ripenso ai natali della mia infanzia ma pure alle domeniche invernali, quando i negozi erano chiusi e gli unici esercizi aperti erano i bar dove si ascoltava la radio. "Tutto il calcio minuto per minuto" rappresentava il centro del mondo. E le partite si giocavano tutte insieme.
Si trova da qualche giorno in libreria e anche nelle edicole più avvedute Atlante illustrato del calcio '80, un gran bel volume, già a partire dal formato e dalla scelta del tipo di carta, fatto di foto che illustrano meglio di tante parole cosa fosse il calcio in Italia, quando il nostro veniva considerato il campionato più bello del mondo. Trovano spazio scatti che ritraggono i campioni sul campo di calcio ma anche, e soprattutto, nella loro vita quotidiana, una vita non così diversa da quella degli altri uomini e donne. Non si vedono orecchini, tatuaggi e occhialoni neri né tantomeno discoteche truzze, macchine truzze e donne truzze al seguito ma ragazzi sorridenti, a volte impacciati di fronte alla macchina fotografica, molte mamme e qualche moglie, vestiti informali. Per carità ci sono pure scatti che immortalano le show girls dell'epoca ma sempre coperte dalle varie maglie delle società calcistiche e con sguardi rassicuranti seppur intriganti, niente a che vedere con gli ammiccamenti volgarotti di oggi. Ci sono pure le foto improbabili rubate a qualche carnevale, per non parlare della lunga serie di bidoni (soprattutto stranieri) padri del caos di oggi per cui, ad esempio, il Catania sembra la sagra dell'asado con i suoi 13 argentini in rosa. Su tutto, comunque, aleggia un'aura di sobrietà e allegria, delle quali ho un vago ricordo se ripenso ai natali della mia infanzia ma pure alle domeniche invernali, quando i negozi erano chiusi e gli unici esercizi aperti erano i bar dove si ascoltava la radio. "Tutto il calcio minuto per minuto" rappresentava il centro del mondo. E le partite si giocavano tutte insieme.
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