Evgenij Chaldej è considerato uno dei maestri mondiali della fotografia di guerra e il più importante fotoreporter di guerra dell’ Est europeo, pari per importanza a Robert Capa.
Celebre per le sue fotografie che documentano la Seconda Guerra Mondiale. Come il suo collega americano, Chaldej non fotografava la guerra come un reporter, quanto piuttosto come un soldato tra i soldati non sottraendosi all’uso dell’immagine costruita e di propaganda.
La sua più celebre immagine è “Raising a flag over the Reichstag”. Chaldej nell’occasione (2 maggio 1945), oltre alla sua macchina fotografica, portò con sé sul Reichstag colpito dai bombardamenti, tre fucilieri, una tovaglia rossa, una stella e una falce e martello di cartone, ago e filo.
Assemblato il tutto a mo’ di bandiera sovietica per la realizzazione dell’immagine fu necessario l’aiuto di altri due soldati. A quel punto uno dei soldati Ismailov, venne aiutato a salire sui resti di un pilone e a fissare la bandiera sovietica.
Chaldej impugnò la sua macchina fotografica e scattò un intero rullino da diverse angolazioni, e con diversi protagonisti.
L’immagine rappresenta emblematicamente, dal punto di vista russo, la vittoria finale sul nazismo.
Evgenij Chaldej era un ebreo ucraino nato nel 1917 (è morto nel 1977) ed era tra le braccia di sua madre, quando lei venne uccisa durante un pogrom antisemita. La pallottola trapassò il corpo della madre e ferì in modo serio Evgenij, che tuttavia sopravvisse. Durante la seconda guerra mondiale il padre e le sorelle furono vittime d’un eccidio di ebrei russi ad opera dei nazisti.
Nel 1948 venne licenziato dalla TASS, l’agenzia per cui aveva lavorato fino a quel momento, probabilmente a causa del risorgente antisemitismo e solo dopo la morte di Stalin poté rientrare nel giro della grande informazione, con l’assunzione alla PRAVDA, per la quale lavorò fino al 1972.
Se nel paese di origine Chaldej è rimasto sempre molto popolare, nel resto del mondo non ha avuto particolare notorietà e solo alla caduta dell’Unione Sovietica le immagini da lui realizzate hanno cominciato ad essere proposte nelle rassegne fotografiche in Europa e negli Stati Uniti.