Un marocchino tra le vittime del terremoto nel ferrarese.

Creato il 21 maggio 2012 da Paolo

Si chiamava Naouk Tarik, 29 anni, arrivato nella tanto sognata Italia da Beni Mellal, conosciuta anche come la piccola Italia, perchè tutti, ma proprio tutti in quella città hanno un genitore, un figlio, un cugino, che vive e risiede in Italia. I poù fortunati sono ritornati ed hanno aperto pizzerie, bar, lavanderia, e ti parlano in italiano lasciandoti di sasso. Tutta la regione è conosciuta per questa “italianità” e le insegne dei locali parliamo chiaro: “Bar Venezia, Lavanderia del Borgo, Ristorante delle Alpi, ecc…”. Naouk lavorava da sei anni alla Ursa di Bondeno, viveva a Bevilacqua ed aveva chiesto la cittadinanza italiana per fare in modo di avere con se la moglie diciottenne. Il papà ripete senza sosta: ”era importante per me”, cantilenando la frase e intorno a lui la grande famiglia che si stava ricongiungendo poco a poco; il cognato, le due sorelle, la mamma straziata dal dolore per la perdita di un figlio. E pensare che lui era salvo, ma per un eccesso di zelo ha voluto tornare nel capannone per essere sicuro che i rubinetti del gas fossero chiusi e questo gesto gli è stato fatale.  Mi chiedo come sia possibile che per una scossa sismica di questa portata possa crollare un capannone industriale; capisco una torre del 1700, capisco una chiesa del 1300 ma un capannone industriale che dovrebbe sottostare a delle precise regolamentazioni antisismiche  quello no, non lo capisco. Il  sogno di Tarik di vivere la sua vita in Italia, con la moglie, serenamente,  si è spezzato, insieme ad altre vite.

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