In Ungheria la settimana scorsa una bufera di neve ha bloccato il paese per due giorni. Alla mia famiglia e amici ungheresi, quindi, tocca festeggiare Pasqua con la neve. Infatti, su Facebook girano molti fotomontaggi scherzosi che prendono spunto da questa situazione insolita. Così, per esempio questo verso pasquale:
Oltre alla traduzione serve anche una spiegazione. Sull'immagine c'è una "poesia da innaffiatura" (locsolóvers). E' una tradizione in alcuni paesi dell'Europa centrale (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) che il giorno di Pasquetta i maschi fanno un giro di visite alle amiche e parenti femmine, recitando una poesia (spesso scherzosa) e spruzzandole un po' di acqua o profumo. (Vedete una spiegazione più ampia su Wikipedia della versione polacca di questa tradizione in inglese.) Di queste poesie ce ne sono tantissime, molti le personalizzano, ma hanno in comune il tema dell'arrivo della primavera e la richiesta di permesso per "innaffiare". Un po' come nel gioco del dolcetto-scherzetto di Halloween, i ragazzi dopo aver recitato la poesia e "innaffiato" la fanciulla, ricevono qualcosa in cambio. In questo caso generalmente un uovo di pasqua dipinto e decorato (la decorazione delle uova è un altro elemento importante della tradizione pasquale, in Ungheria come in molti altri paesi europei).
Allora, la "poesia da innaffiatura" che vedete nell'immagine è una ricomposizione di una delle poesie pasquali più famose, conosciuta da tutti gli ungheresi, piccoli e grandi. Questa versione "invernalizzata" recita (più o meno, traduzione mia): "Camminavo su una discesa innevata, / Ho visto pure una slavina, / Stava per travolgermi, / E' permesso innaffiare?". (L'originale recita: "Camminavo in un bosco verde, / Ho visto una viola blu, / Stava per appassire, / E' permesso innaffiare?") Ovviamente in ungherese entrambi le versioni hanno le rime.