La fiction Un medico in famiglia, giunta alla sua nona edizione, torna alla ribalta, con personaggi più o meno nuovi, e con il mitico nonno Libero che rappresenta i nonni d’Italia, nonché un’ anzianità armoniosamente vissuta
La fiction Un medico in famiglia, che é arrivata alla sua nona edizione (con un totale di oltre duecentocinquanta episodi) ancora una volta non ha deluso il suo eterogeneo pubblico, raggiungendo finora la quota di quasi cinque milioni di telespettatori. Le varie vicende, che il pubblico ha ben impresse fin dalla prima serie del 1998, sembrano ormai accadere più a degli amici di lunga data che a dei personaggi immaginari. Del resto, gli stessi attori ‘storici‘ ammettono di avere due famiglie, quella della vita reale e quella del set.
La piccola Annuccia, che aveva solo tre anni ai tempi della prima edizione, l’abbiamo vista trasformare nella giovane Anna, fra i primi batticuori e le amicizie più o meno sincere. Dei gemelli Elena e Bobo, ormai in età adolescenziale, abbiamo vissuto con trepidazione l’emozionante nascita, che si svolse in un ascensore bloccato nella seconda edizione. Di Maria Martini abbiamo seguito passo passo la carriera, le crisi esistenziali, nonché la vita sentimentale, dai primi flirt alla vedovanza, fino al secondo matrimonio con il giornalista Marco. Abbiamo visto la pubblica ASL cedere lo scenario a una sofisticata clinica privata, con le relative problematiche che entrambe le realtà comportano.
Il dramma umano si dipana quindi lentamente, accanto a quel senso di ‘leggerezza‘ che da sempre accompagna la versione italiana del format. Tommy, il figlio di Lorenzo, che vive un rapporto conflittuale con entrambi i genitori, fa prevalere il suo lato più tenero nel momento in cui si innamora di Giada, la ragazzina albanese che, pur di rivedere sua madre e il suo fratellino, si rende complice di alcuni mascalzoni, tradendo la fiducia della stessa famiglia Martini, che l’ha presa in affido. La ‘catarsi‘ di Giada avverrà quando i suoi ricattatori verranno arrestati e quando leggerà, dinanzi alla suggestiva terrazza del Pincio, una commovente lettera della mamma nel frattempo scomparsa, che la inviterà a lasciarsi voler bene, proprio come fa il paesaggio dinanzi a lei, che la consola e l’abbraccia.
Il collante della famiglia rimane nonno Libero, che si barcamena e mantiene saldamente il suo ruolo in una famiglia super-allargata, dove il figlio Lele ha avuto ben sei figli come risultato di tre diversi matrimoni. Nonno Libero, soprattutto quando Lele non é presente (il che é generalmente dovuto ai tentativi dell’attore Giulio Scarpati di ‘liberarsi‘ dal suo personaggio) si trova spesso ad affrontare delle responsabilità e dei conseguenti dilemmi, come quello di decidere quanta libertà concedere a dei nipoti minorenni che vivono in una società moderna, ma che necessitano, nello stesso tempo, di una guida tradizionale. La giovanissima Elena, ad esempio, conosce in ‘chat‘ un certo Edward (pseudonimo tratto dalla serie cinematografica Twilight, meglio conosciuta come ‘la saga dei vampiri‘). Solo in un secondo momento questo amico virtuale si rivelerà un suo compagno di scuola, figlio della rassicurante infermiera Tea. Purtuttavia, il fatto che i tentativi di Elena di incontrare lo sconosciuto Edward non vengano mai osteggiati, ma solo ‘controllati‘ a distanza, rivela come siano sottilmente equilibrati i metodi educativi proposti nella fiction. Non a caso, per la sua interpretazione di nonno Libero, l’attore Lino Banfi venne perfino ricevuto dal Papa Giovanni Paolo II.
Ma che ruolo ha il nonno nella famiglia italiana? E’ davvero come quello rappresentato da Un medico in famiglia?
Secondo un’inchiesta del settimanale Gente (che risale al 2011, e quindi nel pieno della crisi economica) ben sei milioni di nonni collaborano alla crescita dei nipotini, incidendo sul welfare e quindi contribuendo al loro benessere anche nel senso economico del termine. Ma non solo. Sono dieci milioni i nonni che vanno a prendere i nipoti a scuola e che si prendono cura di loro. Le statistiche di Eurispes, in collaborazione col Telefono Azzurro, riportano che tre bambini su quattro (dai sette agli undici anni) affermano di trascorrere molto o abbastanza tempo coi nonni (e considerando che non tutti i nonni vivono nella stessa città dei nipotini, il dato é assai significativo). Poiché quindi i nonni sopperiscono, in un certo senso, al ruolo di una baby-sitter, si suppone che siano anche attivi, dinamici, ‘automuniti‘ e in grado di fronteggiare le nuove tecnologie, come telefonini e Internet. I nonni sono quindi coloro che diventano aiuto-compiti e che giocano alla play-station, ma che condividono anche i propri ricordi del passato. Nonno Libero, ad esempio, parla spesso di quando ha salvato una famiglia di ebrei durante la seconda guerra mondiale e, quindi, rappresenta una di quelle preziose testimonianze che si possono ascoltare, coi loro precisi dettagli, da chi le ha direttamente vissute.
I nonni rivestono un ruolo talmente fondamentale e cruciale che, oltre a riunirsi in associazioni, hanno anche assunto nuovi diritti giurisdizionali. La legge 219/2012 stabilisce che i nonni hanno diritto a mantenere ‘rapporti significativi‘ con i nipoti. Ovviamente ciò non significa invadere il territorio genitoriale, ma mantenere il diritto alla visita, e quindi a trascorrere del tempo con il nipotino, anche qualora sussistano situazioni familiari che tendono a negare o sottovalutare la funzione parentale dei nonni. Questi ultimi, del resto, possono anche diventare affidatari in caso i nipoti minorenni rimangano orfani o vi siano situazioni tali da dichiararne l’adottabilità.
Nei paesi orientali sussiste un grande rispetto per l’anzianità, al punto tale che anticamente si cercava di prolungarla attraverso pozioni e magie. Secondo la filosofia buddista invecchiare significa risvegliarsi da una condizione in cui tutti gli altri sono come addormentati, e raggiungere quindi una sorta di ‘illuminazione‘. L’anziano si sta depurando da uno stato di sofferenza causato dalle passioni della gioventù, e sta quindi effettuando un salto di qualità (proprio come un bruco che si trasforma in farfalla), elevandosi spiritualmente verso quel Tutto che corrisponde a verità e saggezza. La medicina indiana ayurvedica (il cui significato etimologico, dal sanscrito, è ‘scienza della longevità‘) non auspica un artificiale ringiovanimento del corpo (qual è la nostrana cultura del ‘lifting‘), ma semmai un’armonica evoluzione psico-fisica, che deve compiersi durante l’intero arco della vita. Sotto questo punto di vista, l’anzianità non è un handicap, ma una naturale stagione dell’esistenza umana, e non meno significativa delle precedenti..
Nonno Libero, a parte qualche problemino di cuore che riesce a gestire brillantemente, per fortuna è partecipe e attivo, ma che cosa avviene quando si verificano situazioni che nella fiction, per fortuna, vengono solo scherzosamente evocate, ovvero quando i nonni non sono più autosufficienti, o gravemente malati?
Molti genitori, come abbiamo già illustrato, favoriscono un contatto anche quotidiano fra i loro bambini e i nonni, ma soltanto finché questi ultimi sono in grado di occuparsene. Nel momento in cui i nonni diventano troppo anziani o malati, il rapporto coi nipotini automaticamente si dirada, come se questi ultimi potessero in qualche modo rimanerne turbati, o non potessero più vivere pienamente la loro infanzia. Tale atteggiamento è invece controproducente, perché tanto più il nipotino è abituato a frequentare il nonno e tanto più ne sentirà la mancanza nel momento in cui dovrà allontanarsene. Del resto, la vera perdita, e la sofferenza che ne consegue, non è rappresentata da una separazione forzata come la morte, che nulla toglie al sentimento autentico che una persona prova per noi, ma semmai da una separazione che avviene in vita e per mano di coloro di cui più ci si dovrebbe fidare. Dividendolo dal nonno malato, si instillerà nel nipotino l’errato concetto che la vita umana sia alla stregua di un giocattolo, da trattare con cura e considerazione finché nuovo, e da buttare via non appena diviene logoro e sbiadito.
Ma per quel che riguarda il vispo nonno Libero, per fortuna, questa é un’altra storia.