Un Mese sulla Virtual Console - Maggio 2013 - Speciale

Creato il 19 giugno 2013 da Intrattenimento

La Virtual Console WiiU inizia a ingranare e, nonostante le polemiche sui costi, questo mese sfodera diversi classici

Nintendo ha deciso di rimpolpare gradualmente il catalogo della Virtual Console Wii U, probabilmente per massimizzare i profitti - come dargli torto, del resto. Finché ci saranno acquirenti, e gli acquirenti ci sono, non avranno mai la convenienza a far uscire in maniera ravvicinata titoli come Super Mario Bros 3 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time (non citati a caso, sono stati i preventivabili best-seller della Virtual Console Wii). Giustizia e legittime lamentele a parte, quello che di certo manca al servizio, rispetto all'antenato, sono rilievo e organizzazione: probabilmente meriterebbe più che una piccola divisione dell'e-shop, e sicuramente i giochi sono catalogati male. Anzi, non sono catalogati affatto: NES e SNES tutti sulla stessa pagina, e sono ancora assenti prodotti per altre piattaforme. Insomma, niente a che vedere con la serietà del servizio su Wii, pur considerando che il maggior dettaglio del nuovo shop consente di vedere immagini, descrizioni e video direttamente online. Quando la libreria si amplierà ulteriormente sarà difficile mantenere quest'impostazione. Dettagli a parte, la maggior parte dei titoli continua (fortunatamente) ad arrivare in versione americana, quindi a 60hz. Ancora da chiarire, come scritto anche la volta scorsa, cosa succederà coi giochi che maggior importanza attribuiscono al testo: se è presente solo l'inglese non c'è problema, ma come nel caso del già citato Ocarina of Time, cosa verrà fatto? Sarà inserita l'edizione americana per il frame rate, o quella europea perché ha più lingue? Conoscendo Nintendo, difficilmente avremo entrambe le cose. Il tempo saprà darci una risposta.

Mega Man (NES)

Inutile negare che la gloriosa apparizione del blue-bomber in Super Smash Bros "4", unita al rinnovato interesse Nintendo per le due dimensioni, faccia davvero sperare in un revival del brand. Costellata ormai da innumerevoli episodi, questa serie ha delle stabili colonne che hanno retto tutto il resto, passi falsi compresi: tra le più possenti ci sono quelle composte dalla prima trilogia per NES, Megaman uno, due e tre. Sebbene i successori siano considerati da alcuni i capitoli migliori, non c'è dubbio che i personaggi più carismatici e memorabili siano quelli del capostipite: Fireman, Elecman, Iceman, Cutman, sono tutti nemici entrati nella storia dei videogiochi. Per chi non lo sapesse, Megaman è stato uno dei primi action, tra l'altro nella sua particolare commistione tra shooter e platform, a offrire un percorso libero al giocatore: si può scegliere arbitrariamente la successione degli stage. Chiaramente ce n'è una preferibile, in questo caso da intuire in base alle caratteristiche dei boss che presiedono i livelli, ai quali Megaman ruba le abilità una volta sconfitti. Questa è Capcom agli albori della sua gloria, un gioco con un level design granitico e un livello di difficoltà molto alto per gli standard odierni, oltre che con un'ambientazione straordinaria: se non l'avete mai giocato, non potete far altro che rimediare. Vi attendono anche delle sensazionali musiche 8-bit.
Voto: 8/10

Pac-Man (NES)

Presentare Pac-Man è abbastanza ridicolo, si tratta di uno dei giochi più famosi del pianeta ed è altamente improbabile che qualcuno non lo abbia sentito nominare, videogiocatore o meno: arcade e adrenalina pura direttamente dagli anni '80, nei panni di un'aurea sfera si cerca di mangiare tutte le pasticche presenti sullo stage, rigorosamente a schermata fissa, possibilmente senza essere toccati dai fantasmi braccatori. Essenziale, nel concept e nella grafica, tuttora eccezionale, geometrico e logico quanto votato all'improvvisazione. Non c'è dubbio che sia un grandissimo titolo anche oggi, dovete solo decidere se vale la pena spendere 5 euro per un prodotto che probabilmente avete già provato altrove (tenete presente che il d-pad del Gamepad U è eccezionale), e soprattutto senza multiplayer, modalità che negli anni ha aggiunto molto all'opera Namco. Considerazioni di natura commerciale a parte, non possiamo non premiare ancora oggi questo sempreverde, che dopo tanti anni è ancora uno degli emblemi più celebri del videogioco stesso, nonché uno dei migliori arcade mai realizzati.
Voto: 9/10

Solomon's Key (NES)

L'action-puzzle è un genere recentemente caduto in disgrazia, con pochi notevoli rappresentanti negli ultimi due decenni, eppure durante la vita del NES, che viveva anche di adattamenti arcade (soprattutto all'inizio) era abbastanza diffuso. Solomon's Key è uno dei più celebri e, lo diciamo subito, i due elementi in cui risente maggiormente il peso degli anni sono il sistema di controllo, perché le sezioni platform sono frustranti per la loro imprecisione, e l'esagerata difficoltà, non tanto per gli enigmi quanto per l'eccessiva facilità con cui cala il Game Over, e la conseguente costrizione a ricominciare tutto da capo. A differenza di giochi come Ghosts'n Goblins, in cui azione e sadismo sono strettamente connessi al nucleo del gioco, in Solomon's Key la bellezza risiede nei puzzle da risolvere, che vengono penalizzati proprio dalla rudezza degli altri aspetti. Anch'essi molto impegnativi, consistono nel trovare la via di fuga dai vari stage, che contempla la raccolta di una chiave e il raggiungimento di una porta. Il protagonista ha due capacità, quella di eliminare/creare blocchi sui quali salire, e l'abilità di sparare palle di fuoco, numerate e da usare con cura, anch'esse quindi ben inserite nel contesto puzzle. Per quanto concettualmente antiquato e impreciso nei controlli, Solomon's Key non è certo un brutto gioco: a parte un certo feticismo nei confronti del genere, non ci sono però troppi motivi per comprarlo a 5 euro nel 2013.
Voto: 6/10

Xevious (NES)

Un adattamento perfetto per NES di un brillante arcade Namco uscito sei anni prima - ovvero nel 1982. Per quanto vetusto e tecnicamente arretrato, giocare Xevious adesso è ancora un piacere, anche perché il genere non è che sia, per usare un eufemismo, così diffuso oggidì. I controlli sono reattivi, la nave si può muovere in quattro direzioni e in otto diverse inclinazioni per sparare, e il tutto è incredibilmente frenetico e coinvolgente, capace di mascherare le primitive costruzioni in pixel che compongono lo schermo. La nave ha diversi attacchi, come al solito vige la dicotomia forza/lentezza vs velocità/debolezza dello sparo; colpi da dosare bene durante l'esperienza, sia nelle fasi di "crociera", sia nelle boss fight. Va chiarito che non si tratta di uno dei massimi esponenti del genere, ma sicuramente si può definire un classico, con una discreta schiera di seguaci. Il gioco è abbastanza lungo per gli standard dell'epoca, fattore rimasto inalterato visto il sostanziale conservatorismo degli shooter: se amate questa tipologia di titoli potrebbe valere i vostri soldi, in particolare se interessati alla storia del genere.
Voto: 6,5/10

Super Mario Bros. 2 (NES)

Sviluppato da una parte di EAD (e da quel Tanabe attualmente producer di Donkey Kong Country Returns), Doki Doki Panic venne ritenuto un'opera più degna del "vero" sequel per rappresentare Super Mario Bros 2 all'estero; e per fortuna perché, oltre a essere migliore del gemello giapponese, questo capitolo esotico ha introdotto nell'universo mariesco molti personaggi atipici, come Birdo e Shy Guy, che hanno espanso il cast del brand. È stato anche l'unico a proporre quattro diversi protagonisti, ognuno con caratteristiche proprie, tema più volte richiesto e solo quest'anno ripresentato in Super Mario 3D World. Luigi dal salto alto e disordinato, Mario il più bilanciato e preciso, Toad il più veloce e Peach che, grazie al vestito, sta sospesa in aria. Ambientato in una dimensione onirica, e per questo capace di spaziare più del solito al di fuori dei classici temi del Mushroom Kingdom, Super Mario Bros 2 è in tutto e per tutto un episodio atipico: considerate che ci sono dei cuori a rappresentare l'energia, cuori che possono essere incrementati, e soprattutto i nemici non si uccidono saltandogli in testa, ma balzandogli sopra, raccogliendoli e tirandoli, elemento ripreso ultimamente proprio in Super Mario 3D World e Donkey Kong Country Returns. Insomma, se c'è un anno giusto per recuperare questo titolo, visto che sta influenzando grandemente le attuali produzioni Nintendo, è proprio il 2013. Non ha i controlli perfetti e l'andatura modulabile dei migliori Mario, è sostanzialmente privo di power-up, ma è comunque ricco di perle nel level design e, come detto prima, unico nella sua specie.
Voto: 8/10

Ghosts'n Goblins (NES)

Un altro arcade classico pubblicato da Capcom, che a differenza di Pac-Man, trattato poco sopra, non ha reso al massimo una volta trapiantato su NES; al contrario, questa edizione può effettivamente essere definita una riduzione rispetto all'arcade originale, sia come precisione dei controlli sia, soprattutto, come realizzazione tecnica e aspetto grafico. Si tratta notoriamente di uno dei giochi più sadici mai prodotti, un action-platform di una difficoltà imbarazzante, col protagonista Arthur, impegnato a salvare la sua dama, a sopportare solo due colpi prima di perire. Molti degli ostacoli vanno imparati a memoria, e nonostante i livelli siano solo sei il gioco non fa niente per agevolarvi l'impresa: curva d'apprendimento quasi inesistente, si è gettati immediatamente all'inferno e, proprio quando si pensa di esserne usciti, il tutto ricomincia da capo - senza essere più precisi, per evitare spoiler. Se volete avere un'idea chiara di com'erano perfidi gli arcade di inizio anni '80 Ghosts'n Goblins è sicuramente un campione adeguato, l'incognita come detto prima è rappresentata dalla versione: tra questa per NES e l'arcade c'è una differenza enorme, e il voto chiaramente si riferisce a quella casalinga.
Voto: 6,5/10

Super Ghouls'n Ghosts (SNES)

Prendete il concetto di un action game user-friendly, ribaltatelo completamente e avrete una minima idea, per quanto vaga, di cosa sia Super Ghouls'n Ghost. Ben più "domestico" del capostipite nella complessità e nelle diramazioni, ma altrettanto arcade nell'animo, questo classico della Capcom è, nel suo genere, uno dei giochi più difficili in circolazione: come il predecessore parte subito a razzo, sommergendovi immediatamente di demoni, come il predecessore vi consente di essere colpiti solamente due volte, lasciandovi letteralmente in mutande nel momento della vulnerabilità. Ben più articolato nei power-up rispetto a Ghosts'n Goblins, la principale differenza risiede nella maggiore lunghezza, nelle migliorie grafiche e nell'introduzione del doppio salto, caratteristica più rappresentativa dei controlli del gioco, che ha facilito la diffusione di questa mossa, poi adottata da vari brand: non aspettatevi una fase area modulabile come nei migliori platform, ma di sicuro il doppio balzo rende il tutto sufficientemente interessante anche da questo punto di vista, considerato anche che gli stage - ovviamente - sono disegnati per portare agli estremi limiti anche questa capacità, che in altri contesti avrebbe potuto fungere da ammortizzatore. Vi piaccia o meno l'arcade gaming, come ogni grande opera è un acquisto da prendere in considerazione: dopo tutto, se siete giocatori giovani, moderni e credete che i titoli hardcore siano Uncharted e Assassin's Creed, il WiiU offre la possibilità di usare i save state.
Voto: 8/10

Kirby Super Star (SNES)

Questo non è certamente il gioco di Kirby più venduto, anche perché, come spesso accade alla simpatica sfera Nintendo, è uscito nel periodo calante della console d'appartenenza, in questo caso lo SNES. Eppure da molti fan è considerato il pinnacolo della serie, il punto di riferimento, l'episodio più riuscito: anche per questo Nintendo ne ha recentemente creato un remake per DS, remake che, grazie alla fama guadagnata dal 1997 in poi, è diventato il secondo titolo più venduto della serie. Kirby Super Star è un'opera strana, che non ha nella coesione il suo punto forte: composta da 9 (mini) giochi dalle tematiche diverse, l'unico collante è rappresentato dal design e dal sistema di controllo. Alcune modalità sono di fatto quasi un platform game a sé stante, che sarebbe potuto uscire da solo; altre, votate al multiplayer e non, sarebbero apparse brevi perfino in un mini gioco di Mario Party. Un episodio strano appunto, che però, nelle avventure principali, quantomeno in termini di design, garantisce il meglio che la serie possa offrire. Mancanza di coesione a parte, sono due gli elementi che potrebbero tenervi lontani dal prodotto, pur fan di Kirby, pur appassionati di platform: in primo luogo, la direzione artistica è decisamente sottotono rispetto alle vette che Kirby ha raggiunto prima (Kirby's Adventure), durante (Dream Land 3) e dopo (Epic Yarn). Secondo, come detto in precedenza ne è uscito il remake su DS, migliore sotto ogni aspetto e arricchito in varie parti.
Voto: 7,5/10

Kirby's Dream Course (SNES)

La morfologia di Kirby fa sì che gli vengano associati di tanto in tanto i concept più folli, e Kirby's Dream Course è il re della categoria. Si tratta di un gioco di mini golf senza alcuna mazza, col roseo paffuto al posto della pallina, e degli stage a visuale isometrica in vece dei prati. Con la buca che, "logicamente", appare solo dopo aver eliminato, finendogli contro, tutti gli avversari presenti in pista. Si tratta del gioco più difficile della serie, sempre che parte della serie si possa considerare, e i controlli sono in tutto e per tutto simili a quelli di un canonico videogame golfistico: si sceglie la traiettoria ideale e si tenta di fermare un indicatore mobile nel momento migliore possibile, prima stabilendo il punto d'impatto, poi la potenza del colpo. Ogni volta che si "tira" senza colpire alcun avversario, si perde una tacca di energia. Un concept assurdo, ma estremamente divertente e fantasioso all'atto pratico, anche in multiplayer. I livelli non sono un'enormità, ma l'alta difficoltà media del gioco (coi punti più bassi toccati proprio dagli stage più semplici, che rasentano la banalità) e l'assoluta rigiocabilità in cerca del record, lo rendono un titolo completo. Una volta accettata la follia generale, chiaramente.
Voto: 6,5/10


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