Quando un paio d’anni fa fu annunciato l’esordio alla regia di Seth MacFarlane, creatore dei Griffin, in molti avemmo una forte erezione (artistica, ovviamente…) e ci aspettavamo un capolavoro della comicità. Insomma nell’immaginifico collettivo MacFarlane doveva diventare il Mel Brooks del terzo millennio. Purtroppo, però, il suo esordio dietro la macchina da presa con Ted fu veramente una grossa delusione. Colpa dell’inespressivo pupazzo volgarotto? Di Mark Wahlberg? Di Mila Kunis? Forse dei primi due o forse di una sceneggiatura veramente poco divertente, il cui unico modo per far ridere erano delle volgarità fini a se stesse (lungi da me essere moralista, solo che se non c’è un qualcosa dietro le scoreggie e i vaffanculo non mi fanno ridere…). Seth comunque non si è arreso e a distanza di due anni è tornato dietro la macchina da presa…ma anche davanti, visto che stavolta è lui stesso il protagonista di questo nuovo film. Ha radunato un cast di tutto rispetto (Charlize Theron, Liam Neeson, Neil Patrick Harris, Giovanni Ribisi) e ha iniziato a girare un film ambientato nel selvaggio west, riempiendolo di luoghi comuni sull’America di fine ’800 e battute in stile Griffin.
Siamo nell’Arizzona del 1882 e Albert è un pastore non molto bravo e non molto coraggioso, che ha paura che il “west” possa ucciderlo in milioni di modi diversi, principalmente attraverso un duello a fuoco. La sua ragazza Louise lo lascia e si mette con il ricco Foy, barbiere specializzato in baffi. Nel frattempo Anna, moglie del terribile pistolero Clinch Leatherwood, arriva in città per nascondersi e fra i due nasce prima un’amicizia e poi l’amore. Sentimento che aiuterà lui a essere più sicuro delle sue capacità e lei a capire che la vita non è brutta come sembra.
In questo scenario si muovono tutte le avventure di questo film, fra personaggi improbabili (come il migliore amico di Albert, fidanzatissimo con una delle prostitute del saloon locale, con la quale non può fare sesso fino al matrimonio) e la descrizione dettagliata di tutti i modi in cui è possibile morire nel west (fra i quali “di scoreggie).
Il film è senza dubbio molto più divertente dell’opera prima di MacFarlane e anche la storia è degna di essere raccontata. Per quanto semplice, infatti, anche la sceneggiatura riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, incuriosito se non altro dal vedere il modo in cui i cittadini del paese di frontiera ci lasciano le penne nei modi più assurdi. Un plauso anche ai tanti camei presenti nella pellicola, prima fra tutte quella di Christopher Lloyd (Doc Emmett Brown per chi non ricordasse) che appare nascosto in un capanno mentre lavora sulla sua DeLorean di Ritorno al Futuro 3…un vero colpo al cuore per tutti gli appassionati.
In definitiva: la storia c’è, l’umorismo per il quale amiamo Seth MacFarlane c’è e quindi il film direi che possa considerarsi promosso. La pellicola in Italia non uscirà, però, prima del prossimo ottobre, visto che nel Bel Paese c’è ancora barbara usanza di non andare al cinema quando fa caldo e di far uscire solo cacca durante il periodo estivo. La stessa sorte, infatti, toccherà anche a I Guardiani della Galassia, in uscita il primo agosto negli states e a ottobre qui da noi. Abbasso l’estate!