Un mio piccolo racconto natalizio

Creato il 11 dicembre 2014 da Weirde

Vigilia all’Oltremondo


Se qualcuno mi avesse detto che, dopo la mia morte, sarei diventata direttrice del personale di un albergo extralusso, lo avrei preso per pazzo e mandato all’inferno, senza mezzi termini. Chi non l’avrebbe fatto?

Nessuno, che io sappia almeno, crede che l’aldilà sia paurosamente simile alla città di Las Vegas: pieno di hotel a cinque stelle e intrattenimenti vari. Invece è proprio così.

Non spaventatevi. Non dico che l’altromondo sia una delusione. No. E’ fantastico credetemi, ma molto diverso da quello che immaginate.

Prima di tutto scordatevi i classici concetti di Inferno e Paradiso. Quando morirete non andrete né nell’uno, né nell’altro. Finirete in una specie di Limbo, se così lo possiamo chiamare, fatto di alberghi dal lusso sfrenato e ogni tipo di passatempo mai inventato dall’uomo: teatri di ogni genere, campi da gioco dedicati a tutti gli sport. Non manca nulla. Ve lo giuro, e visto che io qui nel Limbo di lavoro, lo so bene.

Qui le anime se la spassano, coccolati da personale specializzato, che le aiuterà a capire dove vogliono andare una volta che decideranno di passare oltre.

Potranno scegliere di ascendere verso le alte sfere angeliche, dove il dovere e la morale la fanno da padrone insieme ai valori tipo la generosità, l’altruismo e cose simili; oppure di discendere nei lussuriosi sotterranei demoniaci, dove i vizi vengono perpetuati con vigore e dove l’egoismo e l’edonismo dominano ogni giornata.

Niente punizioni o cose simili, entrambi i luoghi sono piacevoli e se, dopo un po’, un anima si stanca o si annoia può sempre scegliere di rinascere, o diventare un agente demoniaco o angelico e cercare di guidare gli umani durante le loro vite terrene o ultraterrene.

Ci sono poi alcune rarissime anime, come me, che, eternamente indecise, decidono di non passare oltre, ma scelgono di restare nel limbo. Perché scegliere tra notti di piacere e sane scampagnate con gli amici se si possono avere entrambe le cose? A me piace la varietà e non voglio precludermi nessuna strada. Sono stata talmente irremovibile nella mia non-scelta che gli agenti superiori di entrambe le parti (sì intendo quello che voi umani erroneamente chiamate Dio e il Diavolo), visto che sembrava sarei rimasta per sempre nel Limbo hanno deciso di sfruttare la mia presenza per i loro fini. Mi hanno gentilmente ordinato di rendermi utile, e mi sono ritrovata così a lavorare in uno degli hotel più grandi e di pregio del Limbo, al fianco di agenti demoniaci e angelici, come direttrice del personale. Il fatto che io sia imparziale e non appartenga a nessuna delle due fazioni, dovrebbe aiutarmi nelle mie mansioni, ma in realtà, tenere a bada un personale composto da persone che nei giorni buoni non si sopportano, non è proprio una passeggiata.

Una cosa è certa: non mi annoio mai.

L’albergo in cui lavoro è veramente uno splendore. Si chiama Oltremondo (niente battute prego), conta più di cinque milioni di stanze, diecimila casinò, trentaseimila piscine, campi da tennis, teatri… Non vi sto prendendo in giro, qui stiamo parlando in termini di aldilà vi ricordo, le anime dei morti sono tante! Io mi occupo solo di un’ala di questo albergo, non sono che una di cinquantamila direttori del personale. Ma non voglio annoiarvi coi dettagli. Lasciate invece che vi presenti le figure chiave del nostro resort, o meglio dell’ala beta dell’albergo, quella di mia competenza.

Ogni ala ha due direttori: uno angelico e uno demoniaco. I miei direttori sono l’angelica Lunar, e il demoniaco Alex.

Come descrivervi Lunar? Una giovane biondina slavata, molto magra, ma anche molto competente. Perennemente abbigliata in completi pantalone blu. Ama osservare ogni più piccola mossa degli ospiti dalla stanza dei monitor di sicurezza. Ha l’ossessione di dover sempre avere tutto sotto controllo.

Alex invece è uno stupendo esemplare maschile alto due metri, palestrato, con capelli e occhi neri come la notte e un’abbronzatura ambrata perenne. Leggermente più rilassato di Lunar, ogni tanto si lascia andare, ma non lasciatevi ingannare anche lui in fondo è un maniaco del controllo.

Io invece sono Kate. Dimostro circa trent’anni, ma sono morta nei ruggenti anni ‘20. Sono di statura media e abbastanza magra da non poter essere considerata grassa secondo nessuno standard. Sono simpatica, gioviale e ho un bellissimo carattere. Dimenticavo, attualmente sono nei guai fino al collo.

Non che io abbia fatto nulla di male o di sbagliato. Ma i miei direttori sembrano esserne convinti. Lunar mi ha convocato nel suo ufficio e lì a tendermi un agguato c’era anche Alex. Mi fissano alteri da dietro la scrivania… Ok, Lunar è altera, Alex sembra più che altro infuriato. Se aggrottasse ancora di più la fronte i suoi occhi scomparirebbero. Per fortuna è Lunar che da inizio alle danze

-Kate questo è un hotel serio e rispettato. Non vogliamo che il nostro buon nome venga macchiato dalle tue azioni. Il decoro è importante, credevo che tu lo capissi.

Ho gioito troppo presto, Alex sbatte un pugno sul tavolo e decide di intervenire -Al diavolo il decoro ciò che ha fatto è renderci ridicoli agli occhi degli altri hotel e del pubblico! Siamo degli zimbelli ormai! Ti rendi conto?

-Ma io…-inizio a dire solo per essere interrotta da un imbestialito Alex -Ma tu cosa? cosa credevi di fare? Quella tua minuscola testolina non è arrivata comprendere le conseguenze del tuo gesto?

Quando è troppo è troppo -Hei ! Non c’è alcun bisogno di offendere!

-C’e’  bisogno eccome!

Lunar cerca di frenarlo - Alex per favore, Kate ha ragione su questo punto, non c’è ragione di lasciar volare parole grosse. Rimedierà a quello che ha fatto, riportando l’hotel alla sua solita e immacolata immagine e riterremo la faccenda chiusa.

Ma sapete come gli uomini non vogliano, mai e poi mai cedere in una discussione, anche se si rendono conto di essere torto, e Alex, seppur morto, è comunque un uomo -Parla per te santarellina! Io non dimentico di essere stato preso in giro dal direttore dell’ala alfa. Mi ha chiamato Elfo di Babbo Natale ti rendi conto?!

Questa discussione sta diventando ridicola -Ma insomma si può sapere qual è il problema? Io mi sono limitata a decorare l’albergo in tema natalizio quest’anno, non ci vedo nulla di male.

Il volto di Alex sta assumendo ormai una tonalità rossastra -Nulla di male. Ma la senti? No dico…la senti?

Magari se insisto scoppia -Quale male può mai fare qualche piccola ghirlanda?

Alex sta per aggredirmi fisicamente, ma Lunar lo blocca per un braccio -Kate qui non stiamo parlando di qualche piccolo addobbo, hai sistemato nella hall un albero di Natale talmente grande da intralciare il passaggio e toccare il soffitto. Ogni più piccolo centimetro è occupato da neve finta, elfi e aiutanti di Babbo Natale in marmo, babbi di natale gonfiabili svolazzano ovunque e si arrampicano ovunque da scale o liane! E poi ci sono festoni, ghirlande, calessi con renne luminose! Non abbiamo più spazio per muoverci o respirare.

-Non ci serve respirare siamo morti!-insisto.

Il sospiro di Lunar, così come il fatto che si tenga la radice del naso tra pollice e indice, è segno che  sto esasperando persino lei  -Appunto Kate, siamo morti. Le anime che arrivano qui non hanno più il senso del tempo e non devono sentirsi ancora legate agli usi terreni. Non devono provare nostalgia per la loro vita passata, ma proprio il contrario. Noi vogliamo la dimentichino e si godano l’aldilà con tutte le sue scelte.

Incrocio le braccia e cerco di esprimere il più chiaramente possibile la mia disapprovazione -Voi volete solo che scelgano di passare nella vostra fazione!

-Certo!- sbotta Alex alzando le braccia - e rendere ridicolo l’albergo, caricandolo di queste… queste scempiaggini, non ci aiuta di certo!

So che è inutile ma cerco di fargli capire il mio punto di vista -Ma il Natale è una festa divertente e piena di calore. Ai nostri ospiti piacerà l’atmosfera ne sono sicura.

-In piccole dosi, forse - afferma Lunar con poca convinzione - ma non ne possono più Kate. Proprio stamattina un cliente si è lamentato che non vuole più pudding a mattina, pranzo e cena. Gli viene a nausea!

Alex annuisce -E sai cosa è successo ieri a Cristie?  Mentre intratteneva un cliente nella sua stanza da letto, giunti al momento cruciale, è crollato loro addosso un pupazzo di neve gigante che stava appeso al soffitto! Lui era già dentro di lei e Cristie muovendosi gli ha fratturato il pene! Ti rendi conto?

Che cosa mi tocca sentire -Nel caso quel cliente non lo sapesse siamo morti ok, i nostri corpi ci sembrano veri ma non lo sono. Proviamo dolore, ma ogni ferita si rimargina subito, perciò  non vedo il problema!

-Parli bene, tu non hai un pene non hai idea del dolore e dell’indegnità di farsi trovare così da noi che poi siamo accorsi a vedere cosa causava tutte quelle urla! Per non parlare del fatto che ora lui farà una cattiva pubblicità alle mie ragazze! Le mie escort sono le migliori di tutto il Limbo e ora finiranno per essere ridicolizzate! E per cosa poi? Per un fottuto pupazzo di neve?

Lunar per fortuna lo interrompe -Alex perché devi sempre cadere nella volgarità? Abbiamo già detto che Kate rimedierà al suo errore, non occorre aggiungere altro.

Che ingiustizia -Ma devo proprio eliminare tutti gli addobbi?

-No, qualche piccolo tocco di festività puoi mantenerlo se vuoi, ma con moderazione e soprattutto con gusto.- sospira Lunar.

Alex riprende immediatamente ad urlare -E hai il coraggio di parlare di gusto con lei? Ma se porta ancora i capelli con il taglio alla maschietta dell’epoca in cui è morta? Non sa neppure cosa sia la moda!

Che essere ignobile! -Ok questo è troppo! E poi da che pulpito tra l’altro mister “porto i pantaloni di pelle sempre ed dovunque”! Tengo a precisarti che il caschetto è ancora di moda perché un taglio di classe è per sempre! Zotico che non sei altro!

Siamo riusciti a fare arrabbiare persino la serafica Lunar -Basta! Finitela entrambi! La discussione è finita, tornate al lavoro!

Sono incompresa. Eppure so di avere ragione. Io non trovo salutare tutto questo distacco dalle nostre vite passate, dal mondo umano. Va bene dimenticare. Ma proprio ogni cosa? L’idea di festeggiare il Natale mi sembrava un modo carino per ricordare alle anime qualcosa di bello delle loro esistenze umane. Solo adesso mi rendo conto che i direttori angelici e demoniaci, anime antiche che ormai non ricordano nemmeno più le loro vite terrene, non potevano capire il mio progetto.  Sicuramente però, le anime più giovani comprendono le mie ragioni. Credo.

Tornata nel mio ufficio, lo trovò già occupato da Cristie, Lisa e Jackie, che mi fissano con astio.

Uh Oh. Vederle tutte e tre assieme mi fa capire quanto sia effettivamente strana la mia vita. Non capita tutti i giorni di vedere una dominatrice vestita interamente di pelle nera e con la frusta in mano, affiancata da una bambina di dieci anni in divisa scolastica e da una signora anziana in  completo da golf.

Vista l’accusa nei loro occhi, esordisco subito dicendo -Non è colpa mia.

Adocchio la frusta di Cristie con preoccupazione, mentre lei avanza verso di me -Invece è proprio colpa tua. Tutte le ragazze ora mi prendono in giro! Io, la regina delle stanze da letto del limbo, ridotta a stupida da deridere! E tutto a causa del tuo orrendo pupazzo. Hai idea di quanto tempo occorrerà prima che le anime dimentichino l’accaduto? Secoli!

-Cosa vuoi che sia il tempo per noi… Ne abbiamo in abbondanza. No?

-Ritieniti fortunata per il fatto che Alex mi ha proibito di toccarti o assaggeresti la mia frusta.

-Ma Cristie, noi siamo amiche, io credevo…

-Eravamo amiche. Con me hai chiuso. Ma avrai tutto il tempo per trovarti delle altre amiche. Infondo cos’è il tempo per noi? Tanto ne abbiamo in abbondanza no?

E uscì sbattendo la porta.

La piccola Lisa, che in realtà è un anima molto antica, che però ha scelto di mantenere la forma fisica di una decenne perché più adatta alle sue mansioni (è l’addetta al baby camping dell’albergo e un agente angelico) cerca di consolarmi -Vedrai che tra poco le passerà. Cristie è tanto fumo e niente arrosto. E’ più buona di quel che sembra. Ti perdonerà tra due o tre settimane se la pregherai ogni giorno e le farai dei regali.

-Grazie Lisa.

-Non ringraziarmi, anche io sono irritata con te. Per colpa del tuo menu pieno di dolci le giovani anime affidate a me sono come impazzite! Definirle iperattive sarebbe altamente riduttivo! O fai calare immediatamente la quantità di zuccheri che assumono quotidianamente o riferirò a Lunar.- e anche lei uscì impettita.

-Immagino che anche tu Jackie sia qui per lamentarti con me o visto le batoste che ho già preso hai deciso di risparmiarti una predica?

-Niente affatto, anche io ho il diritto di lagnarmi.

Sospiro -Prego. Allora lamentati pure.

-Per colpa tua i campi da golf sono coperti di neve artificiale. Hai idea di quanto sia difficile giocare a golf sulla neve? E io mi occupo di anime che hanno scelto di manifestarsi sotto forma di corpi anziani, Kate. Questa settimana in cento sono scivolati sulla neve e di loro novantanove si sono rotti il femore e inviperiti hanno poi cambiato albergo. Mi stai rovinando il lavoro Kate e dire che lo amavo tanto.- ed esce anche lei scuotendo la testa.

E’ ufficiale mi odiano tutti. E dire che a Natale dovremmo essere tutti più buoni. O no?

Ho imparato la lezione e ho ridotto gli addobbi Natalizi ma credete che qualcuno mi abbia ringraziato per questo? Nossignore. Anzi tutti sono ancora arrabbiati con me. Quest’anno vincerò sicuramente il premio di Impiegato più odiato di tutto l’albergo. E dire che pensavo di fare un bel gesto portando lo spirito del Natale qui nel Limbo. Ok, forse ho un tantino esagerato, ma è stato solo per troppo entusiasmo. Visto che nessuno parla con me in questo periodo anche stasera, la Vigilia di Natale, non ho nessun appuntamento, né feste a cui partecipare. Sono veramente patetica.

Mentre esco dall’hotel per tornare a casa, passando il corridoio sovrastante la hall, vedo una luce filtrare da sotto la porta dell’ufficio di Alex. Bene, almeno non sono l’unica ancora al lavoro in una serata del genere. Però è veramente strano che Alex non sia già uscito. La sua vita è sociale è talmente piena da bastare per almeno dieci uomini. Ha talmente tante donne a disposizione che deve scansarle quando cammina per la strada. Cosa fa ancora qui? Apro piano la porta e lo vedo seduto sulla sua poltrona di pelle nera, dietro una scrivania piena di carte,  bottigliette e faldoni. Ha gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro contro il sedile della poltrona. Rughe di tensione gli solcano la fronte. Mia avvicino piano e inizio massaggiargli le tempie.

Alex emette un gemito di piacere e si rilassa nelle mie mani

-Cosa fai ancora qui stasera. E’ la Vigilia di Natale dovresti essere fuori a festeggiare.

Apre gli occhi e mi fissa con i suoi occhi neri come il cioccolato fondente più puro -Io, come maggior parte della anime del Limbo, ci tengo a ricordarti, non festeggio il Natale. Comunque stasera avevo del lavoro da fare.

-Niente feste? Niente donne? Caspita! Domani sarà la fine del mondo!- Scherzo. In realtà conosco abbastanza Alex da sapere che non è il donnaiolo che tutti credono o almeno non così tanto. Sono uscita con lui per un breve periodo, appena entrata nel Limbo, e so per certo che non mi ha mai tradita in quel lasso di tempo. Inoltre, lavorando a stretto contatto con lui, so anche quanto sia ligio al suo lavoro. Questa in fondo è la ragione principale per cui abbiamo rotto, anche se a letto,  non lo dico per vantarmi, eravamo incredibili. Per lui ero solo un’altro incarico, un anima da portare sulla strada demoniaca e nulla di più. Ma non gliene voglio per questo.

-Divertente Kate, molto divertente. Sappi che parte del lavoro che ho dovuto finire stasera e che mi ha causato un emicrania da record, è frutto dei tuoi addobbi natalizi micidiali. Mai viste tante lettere di lamentela tutte in una volta e devo rispondere a tutte, cercando di rimediare al danno di immagine causato.

Il senso di colpa mi assale. Chiamatemi pure Colei che, volendo festeggiare il Natale, lo ha rovinato a tutti. -Mi dispiace.

Gli occhi di Alex si spalancano -Cosa sentono le mie orecchie? Niente battute o dichiarazioni d’innocenza o urla arrabbiate? Quasi non ti riconosco.

Per punirlo della battuta busso sulla sua testa con le nocche, ma poi riprendo il massaggio -Oh smettila. So ammettere una colpa. Mi spiace di avere causato tanti guai, ma le mie intenzioni erano buone, lo giuro.

Alex sospira, poi prende in mano i miei polsi e mi attira sé, finché non ho altra scelta che sedermi sulla sue ginocchia. Non che ci stia scomoda, intendiamoci. Anzi. -Lo so Kate, ma devi capire che tu sei un anima speciale. Sei morta giovane, avendo conosciuto solo gioie nella tua vita umana, ma per molte anime non è così. La maggior parte di noi vuole solo dimenticare le nostre esistenze terrene.

Cerco di decifrare lo sguardo nei suoi occhi ma non ci riesco -Anche tu?

-Sì, anche io. Essere uno schiavo, a Roma, durante il regno dell’Imperatore Tito. Non mi ha lasciato molti bei ricordi. -  Malinconia unita ad amarezza, ecco cosa contengono i suoi occhi.

Gli accarezzo una guancia, lasciando che le mie dita sfiorino più volte il solco sotto il suo zigomo. Ho sempre adorato toccare ogni parte del suo corpo e, quando dico ogni parte, intendo proprio ogni più piccola parte di Alex, ma ho sempre avuto un debole per quella fossetta. Così come per il suo sorriso. Volendo farlo comparire, cerco di scherzare -Dovevi essere uno schianto però, sudato, dopo una giornata di lavoro e abbigliato solo con una corta tunica.

Ed ecco il sorriso compare. Non è spensierato, ma è già qualcosa -Sì, non ero brutto nemmeno da vivo.

La modestia non è uno dei suoi pregi. -Qualsiasi sia il passato di un anima, festeggiare il Natale non nuoce a nessuno. Anche tu dovresti fare qualcosa stasera….

-Ti stai offrendo di intrattenermi?- Mi lancia uno sguardo carico di sensualità e il mio corpo inizia a liquefarsi. Stupidi ormoni. Da morta mi hanno dato più problemi che da viva. Il fatto poi che la mano di Alex stia risalendo la mia coscia, non mi aiuta a ritrovare la voce -No, io…cioè se vuoi…

Rinunciò del tutto a provare a mettere insieme una frase coerente, e mi imito ad inclinare la testa all’indietro, mentre le labbra roventi di Alex mi scivolavano lungo il collo, mordicchiandolo voluttuosamente. Riesco solo a gemere e Alex mormora il mio nome in risposta. Non riesco più a pensare, tutto il mio modo è fatto di pure sensazioni e desideri, ed in questo momento desidero solo una cosa: Alex e tutto ciò che mi sta facendo e mi farà nei prossimi minuti o ore. Preferibilmente ore, ma anche giorni se vuole. La sua mano sulla mia gamba è piacevole, ma non è certo abbastanza. Lui capisce ciò di cui ho bisogno senza bisogno di parole. Mi solleva la gonna fin sopra la vita e io apro leggermente le gambe, dandogli spazio per accarezzarmi. La sua mano continua a salire e finalmente raggiunge la meta. Le sue dita mi penetrano e io non appartengo più a me stessa. In questo momento sono sua, solo sua.

Ansimo. E il tocco di Alex diventa più aggressivo, più veloce. Io lo cavalco e mi ritrovo a volare. Il piacere è così intenso da rubarmi la vista per un attimo quando raggiungo il culmine. Poi torno sulla terra e deliziata appoggio la testa sulla sua spalla. -Non era questo che intendevo per “festeggiare il Natale”, ma non mi lamento di certo

Alex mi accarezza i capelli dolcemente -Riesci sempre a farmi sorridere Kate. E’ questo soprattutto che mi manca di te. Tu sei l’unica che sa come prendermi. Mi capisci e sai quando essere dolce e quando dura o buffa. Mi manchi ancora lo sai?

No che non lo sapevo. Non lo immaginavo minimamente. Lui è sempre stato così professionale con me, dopo la nostra rottura, non mi ha mai detto nulla. Questa è la prima volta che mi ha toccato in modo sensuale da quando non stiamo più assieme. Perché non mi ha mai detto queste cose, prima di adesso? Se non avessi appena avuto un orgasmo, sarei veramente arrabbiata con lui per avere aspettato fino ad ora per dirmi queste cose. E gli urlerei contro qualcosa del tipo: Come potevo immaginare di mancarti, visto che ogni sera, mattina e pomeriggio, uscivi con donne diverse? Sarai uscito con  almeno un milione di donne da quando ci siamo lasciati!

Invece mi limito a mormorare -No, non lo sapevo. - con un filo di voce.

Alex ha uno strano sguardo negli occhi -Perché mi hai lasciato?-mi chiede. E io rimango di sasso.

Ok, sono sveglia o sto sognando? Perché questo dialogo diventa ogni momento più surreale.

-Non mi ha mai detto il perché. Ti sei militata a dire che non eravamo romanticamente compatibili e io l’ho accettato. Dopotutto ci sono così tante anime tra cui scegliere. Credevo avrei trovato qualcuno come te o anche migliore di te in questi anni, ma non è successo e a volte mi ritrovo a pensare a noi e mi manchi come se fosse successo ieri. Per quale ragione esattamente mi hai lasciato?

-Perché per te ero solo un’anima fra le tante, come hai detto tu stesso adesso. Ero solo un lavoro. Qualcuno da portare nella tua fazione.

La fronte di Alex torna ad aggrottarsi -Non sei mai stata un lavoro.

Alzo un sopracciglio, e lui ha il buon senso di non prendermi in giro -Ok, diciamo che non sei mai stata solo un lavoro. Tu mi piacevi e stavo bene con te, se poi fossi anche riuscito a portarti dalla mia parte meglio, ma non si e mai trattato solo di questo tra di noi. Chi ti ha detto che eri solo un incarico per me?

-Praticamente tutti. - Non capisco perché si sorprenda sinceramente.

Mi guarda offeso -E tu ci hai creduto?

Non rigiriamo la frittata. Se qui qualcuno è da biasimare per la nostra rottura quella non sono certo io -Hei! Perché non avrei dovuto crederlo? Non è che tu mi abbia mai esposto i tuoi sentimenti in dettaglio!

-Sono un uomo, noi non parliamo di sentimenti!

-Davvero? E chi ti ha detto questo?

-Lo sanno tutti.

-Tutti un cavolo! Gli uomini hanno sentimenti come le donne e ti annuncio che possono anche parlarne. Tu ne hai parlato giusto qualche istante fa, quando hai detto che ti manco.

Silenzio. L’ho colto in fallo. Un punto per me. Ma non voglio approfittarmi troppo del mio vantaggio, dopotutto mi ha appena regalato un orgasmo, non dimentichiamolo. Ne vorrei molti altri in un futuro prossimo. Magari tra pochi secondi. -E visto che ne hai parlato… ora so cosa senti e penso che potremmo tornare assieme. Se lo desideri anche tu.

Ah! Riecco il sorriso che adoro e stavolta è veramente felice. -Davvero?

Annuisco -Sì, perché ora che mi conosci da tanti anni e che hai lavorato con me così a lungo..-

Mi interrompe - sopportando tutte le tue stranezze.

E va bene questo posso concederglielo -Sopportando tutte le mie stranezze. Ora non sono più un anima tra le tante per te.

Alex mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Dio, quanto mi era mancato il suo sapore.

-Credo che tu non sia mai stata una tra le tante per me Kate, anche se non me ne rendevo conto.

Come è dolce. Catturo le sue labbra ed esploro la sua bocca. Sono assetata del suo gusto. Potrei baciarlo per ore senza mai prendere fiato. Letteralmente, visto che siamo morti. E forse lo farò. Sorrido, continuando a baciarlo, poi mi staccò un attimo da lui e guardo il suo amato viso. E’ lo stesso volto che ho visto tutti i giorni negli ultimi anni eppure, è profondamente diverso adesso. Tutto lo è.

-Buon Natale Alex.

-Buon Natale Kate.


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