A mio rischio e pericolo, non ho resistito alla stesa tentazione durante la mia recente spedizione a Trento, in occasione dell’inaugurazione del MuSe, il museo delle Scienze progettato da Renzo Piano. Mentre tutti i miei colleghi erano lì a prendere appunti e a far fotografie, io ad un certo punto me la sono data a gambe. La lampadina si è accesa quando mi è stato comunicato che era saltato la visita guidata al museo con l’architetto genovese. Ho cominciato ad osservare il MuSe, nuovo di zecca, da un’altra prospettiva: al fianco degli addetti ai lavori.
Girando e rigirando da un piano all’altro del nuovo museo trentino, ero sempre pronto ad inventarmi una scusa per attaccar bottone con chiunque mi capitasse avanti: dagli addetti alla security ai ragazzi dello shop. Mi è rimasta impressa l’emozione delle ragazze al desk d’accoglienza, poco prima che aprissero le porte del MuSe per far entrare i primi visitatori. Ho sentito un papà che spiegava al suo bambino: “Quando avevo la tua età, in questo punto c’era una fabbrica. Guarda come è cambiata la faccia di questa zona. Questo museo appartiene un po’ a tutti noi”.
Quelle parole mi hanno fatto riflettere e mi hanno distratto dal rituale della visita al museo e al suo contenuto. L’impegno, che tutti mettevano affinché il primo giorno di vita del MuSe fosse indimenticabile, confermava che sabato 27 luglio era un traguardo e allo stesso momento un punto di una nuova partenza per tutta la comunità di Trento. Antonia di Rovereto, trentina doc da più generazioni, mi ha ricordato una piccola verità: “Ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo a nutrire un sogno collettivo, dando il meglio di sé”.
Renzo Piano ha sottolineato che il MuSE di Trento è molto luminoso rispetto ai suoi simili. Non vi siete mai accorti chei i musei delle Scienze sono dei luoghi prevalentemente oscuri? All’osservazione dell’architetto genovese, aggiungerei che un museo ha bisogno di persone per vivere. E a renderlo più luminoso vi contribuiscono tutti coloro che lavorano all’ombra del MuSe. E questo stralcio di diario è per ricordare che “le comparse” si rivelano i veri “protagonisti” quando il senso del
dovere è scandito dal ritmo del cuore.