The frog was a prince, the prince was a brick, the brick was an egg, the egg was a bird. mi alzo presto, esco presto, così arrivo al lavoro presto e altrettanto presto me ne vado. di solito, parcheggio nel piazzale poco dopo le sette e trentacinque, e così anche stamattina: entro nel piazzale, parcheggio nel solito posto dove lascio sempre l'auto, guardo l'orologio: sono le 07:36. a questo punto, di solito, spengo la radio, spengo il motore, esco dall'auto, la chiudo col telecomando. ma oggi no, perché venendo al lavoro stavo ascoltando i genesis, e
supper's ready non era ancora finita. avreste avuto voi il coraggio di interrompere l'assolo di hammond di tony banks, nella sua
apocalypse in 9/8? io no, son rimasto là ad aspettare che finissero,
as sure as eggs is eggs, con quel finale largo che a me ricorda
la moldava di smetana, quando il fiume entra a praga: mi dà la stessa sensazione di maestoso e placido compimento - per contrasto mi viene in mente il finale roboante di
the musical box, ma questo è un altro discorso, mente mia, restatene qui con me.
son rimasto in auto ad ascoltare, per gli ultimi tre minuti, col mio solito volume esageratamente alto, durante i quali non è arrivato nessun altro: purtroppo o per fortuna? che reazioni avrei suscitato, se mi avessero domandato come mai mi stessi trattenendo in macchina, ritardando la timbratura? aspettavo che
supper's ready finisse.
ah. eh. (al massimo)
tutt'al più qualcuno avrebbe sorriso.
ma non è arrivato nessuno, e mi son congratulato da solo, per il mio omaggio alla mia idea di bellezza, il minuscolo sacrificio. spengo, esco, chiudo. entro, passo il badge. 07:40.
(enjoy)