"un mondo al bivio", leggendo lester r.brown

Creato il 31 agosto 2013 da Alessandro @AleTrasforini
Cosa sarebbe la Terra senza l'essere umano?  Potrebbe l'uomo vivere senza la Terra? Che destino avrebbe l'essere umano qualora lachina su cui abbiamo iniziato a scivolare dovesse aggravarsi ulteriormente?  Esistono possibilità e strategie alternative, da adoperare per aumentare le probabilità di sopravvivenza ed esistenza dell'intero genere umano?  I segnali di 'declino' climatico-sociale-economico-ambientale-[...] sembrano confermare sempre più un'allarmante ma inevitabile tendenza: il pianeta Terra sta soffrendo, sempre più.  Basti pensare, giusto per citare l'ultimo esempio fra i molt(issim)i possibili, al triste traguardoraggiunto lo scorso 20 agosto: l'umanità è riuscita a superare le capacità della Terra.  In altre parole, purtroppo, da quella data l'umanità è riuscita a dilapidare le risorse che la meravigliosa astronave sulla quale viaggiamo può regalarci. Da allora fino al 31 dicembre saremo 'costretti' a viaggiare in riserva.  Questi dati provengono da uno studio promosso dall'Associazione "Global foodprint network", nata appunto per quantificare e qualificare i parametri di sostenibilità ambientale che dovrebbero caratterizzare il passaggio dell'essere umano sul nostro pianeta.  Sono davvero bastati otto mesi per consumare tutte le risorse che la Terra, ogni anno, può produrre e regalarci?  Avremmo davvero bisogno di una "Terra e mezzo" per riuscire a soddisfare questo ossessionato bisogno di risorse? In un mondo afflitto da una contemporaneità nella quale i dibattiti sembrano aver assunto tinte a maggioranza economico-finanziaria, sembrano trascurati od azzardati allarmi che riguardano altr(ettant)i settori dell'esistenza umana: riserve idriche in esaurimento, raccolti in sofferenza, erosione del suolo, desertificazione feroce, aumento incontrollato delle temperature, fusione dei ghiacci, (in)sicurezza alimentare.  La Terra non ha, purtroppo, solo problemi afferenti alla natura umana: esistono questioni che possono assumere tinte di gravità inversamente proporzionali ai troppi silenzi che hanno attorno. Il mondo non si ferma certo a questioni economico-finanziarie, per fortuna o purtroppo.  La domanda successiva dovrebbe essere un'altra: possono i problemi precedentemente citati ed ancora non risolti 'fare' danni anche di stampo economico-finanziario?  E' possibile quantificare in termini reali o quantomeno attendibili i costi ed i mancati benefici derivanti da una serie di politiche che hanno fino ad oggi messo in secondo piano emergenze come quelle precedentemente citate?  Su queste e moltissime altre domande cerca di fare "luce" il libro "Un mondo al bivio - come prevenire il collasso ambientale ed economico" scritto dall'ambientalista ed economista statunitense Lester R.Brown.  Il bivio al quale siamo davanti rischia di imporci, nel male più che nel bene, un'urgente scelta ben precisa da prendere: quale destino vogliamo rincorrere, se la scelta è fra collasso e sostenibilità? In un mondo nel quale le tensioni sono in aumento costante, sembrano rincorrersi e sovrapporsi quotidianamente parole sempre più cupe: recessione, spread, disoccupazione,swapfutures, decrescita, default [...]. Sarebbe forse possibile affiancare a questo elenco altre parole, molto più urgenti rispetto a quelle che fino ad oggi continuano ad imperversare? Quali destini ed importanze assegnare a temi quali dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici, biodiversità di flora e fauna, sostenibilità ambientale ed energetica?  Cosa potrebbe accadere qualora le scelte fatte contribuissero a condurre l'umanità ed il pianeta Terra verso il collasso? E' ancora possibile raggiungere forme di sostenibilità che sappiano mitigare o rallentare gli effetti indotti dal 'piano inclinato' su cui stiamo scivolando?  Quali provvedimenti riuscirebbero a tradurre in fatti le generiche parole-chiave precedentemente riportate?  Il libro in questione cerca a questo proposito di "tracciare" i confini di un presunto "piano B" capace di restituire futuro e pace a Terra, flora, fauna ed esseri umani.  Quali "capisaldi" assegnare al futuro da mettere necessariamente in pratica per non morire?  I provvedimenti su cui concentrare gli sforzi sono riportati sinteticamente nel seguito: 
  • costruire un'economia globale efficiente dal punto di vista energetico;
  • sfruttare l'energia eolica, solare e geotermica;
  • ripristinare i sistemi di supporto naturale dell'economia;
  • sradicare la povertà, stabilizzare la popolazione e salvare gli Stati in fallimento;
  • sfamare otto miliardi di persone.
L'importanza da legare indissolubilmente a discussioni come queste è vincolata alle parole riportate nell'introduzione del presente testo:
"[...]gli economisti tradizionali prestano poca attenzione al limite della produzione dei sistemi naturali del pianeta. Il pensiero economico moderno e la politica hanno creato un sistema economico che è così poco in sintonia con gli ecosistemi dai quali dipende che si sta avvicinando al collasso.  Come possiamo dare per scontato che la crescita di un sistema economico che  sta distruggendo le foreste della Terra, ne sta erodendo il suolo, esaurendo le risorse idriche, portando al collasso le risorse ittiche, aumentando la temperatura e fondendo le calotte glaciali possa semplicemente venire proiettata sul futuro a lungo termine? [...]  oggi nell'economia stiamo affrontando una situazione simile a quella dell'astronomia quando Copernico arrivò sulla scena, quando si credeva che il Sole ruotasse intorno alla Terra.  Così come Copernico dovette formulare una nuova visione astronomica del mondo dopo molti decenni di osservazione del cielo e di calcoli matematici, anche noi dobbiamo formulare una nuova visione economica del mondo basata su molti decenni di osservazioni e analisi ambientali. I resoconti archeologici indicano che il collasso di una civiltà non arriva in modo improvviso; gli archeologi che hanno analizzato le civiltà del passato parlano di uno scenario di declino e collasso, in cui il collasso economico e sociale fu quasi sempre preceduto da un periodo di declino ambientale.  Abbiamo quindi veramente bisogno di cambiare rotta e prima lo facciamo meglio è. [...]"
Le misure invocate dal Piano B sono davvero le più giuste e/o le sole percorribili per riuscire ad evitare al Pianeta un (in)evitabile collasso? Quali ulteriori provvedimenti si potrebbero mettere in campo, stanti le tremende condizioni socio-economiche contemporanee?  All'ordine del giorno sarebbe opportuno collocare soprattutto queste discussioni, oltre alla risalita economica di un sistema da resettare completamente.  Da qualsiasi punto di vista la si guardi, la questione di fondo sembra essere sempre una sola: scegliere.
"[...] La scelta è nostra, mia e vostra.  Possiamo andare avanti come sempre e condurre un'economia che continua a distruggere i suoi sistemi di supporto naturali fino ad arrivare a distruggere se stessa, o possiamo diventare la generazione che cambia direzione, portando il mondo su un sentiero di progresso sostenibile. [...]"

Per saperne di più:  "Oggi è l'Earth Overshoot Day - fine risorse della Terra", Globalist.it (http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=47990&typeb=0)

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