Grano e acqua, una ricetta semplice che l’imperialismo culinario ha diffuso e imposto in tutto il mondo, è il documentario che History per celebrare i 150anni dell’Unità d’Italia ha mandato in onda sul CH 407. Un percorso storico e nella memoria collettiva per restituirciil più ampio affresco sulla storia passata e attuale della pasta, mettendo a confronto la cultura cinese e quella italiana.
La storia della pasta ebbe inizio quando l’uomo abbandonò la vita nomade e diventò agricoltore, imparò a seminare e a raccogliere. E’ in quel tempo che la storia dell’uomo si sposa e si incrocia con quella del grano e con il grano ha inizio la storia della pasta. Di raccolto in raccolto, di generazione in generazione, l’uomo ha imparato a lavorare sempre meglio il grano.
In Cina , la pasta quale ingrediente essenziale della cucina cinese, si fabbrica direttamente in pubblico e la si consuma anche in strada, si chiama: Mien. La sua produzione è rimasta prevalentemente familiare o artigianale, una miscela di grano tenero e acqua, cotta in acqua bollente. I cinesi hanno da sempre coltivano solo grano tenero e hanno saputo trasformare questa risorsa in cibo. Recenti studi dimostrano che la pasta in Cina è presente da 4000 anni. Nonostante circolino versioni differenti, la leggenda vuole che sia stato Marco Polo a raccontare in Italia dell’esistenza di questo tipo di pasta,di ritorno da un viaggio in Cina, ma anche Napoli rivendica con orgoglio l’origine di questa prelibatezza, chiamata maccheroni.
Allora chi ha ragione? Non si sa dove e quando fu introdotto l’uso dei vari impasti di farina di frumento ed acqua per fare la pasta fresca. Non esiste dunque un inventore, la pasta è il frutto di una lunga collaborazione della cultura alimentare, un cibo universale di cui si trovano tracce storiche in tutto il continente euroasiatico. Acquisisce una posizione particolarmente importante in Italia e in Cina dove si sviluppano due prestigiosi filoni di tradizione gastronomica che si completano a vicenda ma di cui rimane difficile stabilire i rapporti proprio per la complessità dei percorsi intermedi.Si pensa inoltre, che la Pasta, sia originaria della Sicilia nella località di Trabìa, presso Palermo, zona con molti mulini, dove si fabbricava un particolare cibo di farina in forma di fili, chiamato con il vocabolo arabo “itriyah”. Una pasta asciugata dal sole e dalla brezza del mare.
Fino al Settecento esiste una gran confusione; i tipi diversi di pasta vengono etichettati normalmente come maccheroni finché, i napoletani, divenuti i più famosi mangia maccheroni, si appropriarono del termine e lo usarono quasi esclusivamente per identificare paste lunghe trafilate. La meccanizzazione fa nascere i nuovi pastifici che ereditarono l’arte e la cura della lavorazione casereccia della pasta, una tradizione che garantisce ancora oggi la qualità e la bontà della pasta e che da l’avvio ad una produzione intensiva.
Da quel momento la pasta parte per la conquista del mondo e anche i costi si abbassano , nasce il gusto della pasta al dente dalle svariate forme:liscia, tagliata, corta, lunga, ritorta, farfalle, spaghetti, ziti, penne, fusilli, lasagne, ogni regione vanta le proprie specialità e ancora oggi, nella competizione globale, nonostante siano cambiati i mezzi per produrre la pasta,il prodotto è rimasto sempre la stessa semplice miscela di semola di grano duro e acqua. Ingredienti naturali che danno origine a infinite combinazioni e che fanno incontrare idealmente oriente e occidente a tavola. E non solo, la pasta al sugo di pomodoro è il simbolo culinario dell’Unità d’Italia che accumuna gli italiani a tavola del Sud, del Centro e del Nord. Ben 9,8 milioni consumano infatti pasta tutti i giorni a pranzo.
Insomma la pasta è una cosa seria, tanta storia, tanta passione, tutte svelate nella sua bontà!