Un mondo di Qui pro quo

Da Crjcrj

Che siate al mare o in montagna, d’estate la legge dei grandi numeri dice che un buon giallo non può mai mancare!
E allora eccovi servito il misterioso Qui pro quo, il “giallo in trappola” di uno scrittore-insegnante di liceo,Gesualdo Bufalino,  abilissimo nel destreggiarsi tra le trame del mistero e del brivido, come se si trattasse di una passeggiata domenicale.  Uno scrittore salito alla ribalta letteraria solo in tarda età, quando, nel 1978, una sua introduzione ad un libro di vecchie fotografie, riuscì ad incantare Leonardo Sciascia e Elvira Sellerio, che lo convinsero a “rivelare” l’esistenza di un suo romanzo, Diceria di un untore, talmente apprezzato dalla critica e dal pubblico, da decretarlo vincitore del  premio Campiello ormai sessantunenne.
Un giallo simile ad una partita a scacchi, dove vince chi riesce ad obbligare l’avversario a dargli lo scacco matto
Ma Tu, insomma, sei l’assassino o il detective? Tutt’e due?
Imbrogli le orme o le interpreti? Organizzi l’enigma o lo sveli?”
L’intenzione (come lui stesso si diverte a scrivere nel “bugiardino” di accompamento)? “Curarsi scrivendo ma, fra i piaceri della scrittura, scegliendo il più ingenuo: lo stesso che riempie lo schema d’un cruciverba o disegna una freccia sul rovescio d’un francobollo….Mettere alla prova la compatibilità di certi eccessi di stile con le ingegnerie dell’intreccio…Intrattenere i lettori, proponendogli burle e trucchi, personaggi e macchiette rigorosamente incredibili…Tirare a salve (é stato anche il consiglio dei medici) su una sagoma fatta a propria immagine e somiglianza…”
Il risultato? “Un ‘opera che corregge volentieri la passione col ghiribizzo, lo spirito di conseguenza con le fandonie dell’immaginario. Pagine da usarsi per giocattolo, dunque ma dove si avverte talvolta uno smarrimento. Come quando si vedono negli specchi d’un lunapark moltiplicarsi e contraddirsi le maschere della ragione.”


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