La situazione di emergenza in cui mi trovo si può ricondurre a vari fattori, primo tra tutti forse la mancata chiusura estiva del blog. Sono stati diversi infatti i blogger che hanno salutato i propri lettori all’inizio di agosto per poi riprendere belli riposati (ma soprattutto ricchi di materiale postereccio), a settembre. Il sottoscritto si è intestardito a voler lavorare senza tregua, nonostante le statistiche del blog, al netto dello spam, confermavano la sensazione che non ci fosse nessuno in giro.
È proprio questa la domanda irrisolta: un blog può permettersi di andare in ferie senza grossi traumi? I manuali del blogging che si trovano in giro per la rete sostengono che una pausa, specialmente se prolungata, potrebbe essere in grado di spazzare via anni di duro lavoro. In quest’epoca di grandi mutamenti, dove tutto corre a velocità stratosferiche, non dovrebbe sorprendere che un piccolo blog di paese possa finire dimenticato e sepolto sotto fiumi di alternative. I manuali, che non hanno a parer mio tutti i torti, non dicono però che il discorso non è sempre valido e che non si può generalizzare così semplicemente usando elenchi numerati. I blog che si mettono in sospensione corrono rischi di quel tipo solo qualora si tratti di luoghi di dimensioni ciclopiche. Tutto è molto relativo, intendo dire. Un blog come Obsidian Mirror, volente o nolente, si rivolge ad un numero tutto sommato limitato di lettori. Lettori che, per via della loro stessa natura, ormai spesso più di amicizia che di semplice “utenza”, non possono considerare un problema una chiusura temporanea. Lo prova il fatto che un blog come Nocturnia, che pure è grande il doppio di questo, ha chiuso un mese e mezzo questa estate senza alcun trauma apparente (mi sbaglio, socio?). Quindi ho forse fatto male a non rallentare? Può darsi. Non so dirlo con certezza. Terrò magari in considerazione questa possibilità per la prossima estate o, prima ancora, per il prossimo Natale. Dipende da come sarò messo con gli arretrati. Capace benissimo che poi non se ne farà nulla e, complice l’insaziabile voglia di comunicare, mi ritroverò qui anche la notte di Natale a parlare da solo mentre tutti sono seduti a tavola a stappare bottiglie di spumante (che poi con il trucchetto della programmazione posso benissimo simulare di essere qui alla mezzanotte di Capodanno a scrivere, eheheh).
L’oggetto della questione è a mio parere molto interessante e non mancherà di entusiasmare chi avrà la bontà di venire a leggere ciò che stiamo per proporre. L’idea è nata per la verità già qualche mese fa, in un commento buttato lì per caso in un vecchio post. Si discuteva del fatto che Obsidian Mirror, questo blog tutto nero e all’apparenza così tetro, potrebbe essere un perfetto contenitore per affrontare l’horror dal punto di vista scientifico. La domanda che ci siamo fatti è molto semplice: cosa può esserci di vero dietro tutte quelle vecchie storie di mostri e di fantasmi che tanto ci terrorizzano? Abbiamo davvero motivi per non dormire la notte dopo esserci guardati un film di Rob Zombie o dopo esserci letti un racconto di Poe? Senza andare troppo nello specifico (volendo dare a questa serie di post un carattere generale e cercando di raggiungere il più alto numero possibile di lettori) abbiamo deciso di comune accordo di limitarci a scomodare le figure più classiche dell’orrore tradizionale, quelle più universalmente note, come il vampiro, l’uomo lupo e il mostro di Frankenstein, giusto per fare qualche esempio.
Come il guardiano della cripta, il nostro ospite ci accompagnerà di volta in volta alla ricerca delle origini folkloristiche di queste figure inquietanti, narrandocene la genesi dal punto di vista scientifico. Ma la sua analisi non si ferma a questo. Può un vampiro essere fermato da una croce o da uno spicchio d’aglio? Può un licantropo essere fermato da una pallottola d’argento? Il nostro cercherà di confutare (o di confermare) tutti i luoghi comuni dell’orrore e di spiegarne l’origine. Chissà se leggendo i suoi articoli saremo in grado di dissolvere i nostri incubi? Chissà che invece i nostri incubi non diventino realtà?Lo sapremo presto. Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio. Non mancate al primo appuntamento con “Ore d’Orrore”, la nuova rubrica che sta per partire qui su Obsidian Mirror.