Chiamarti gentile la prima volta, la seconda
cara. Avvicinarmi al tuo cuore scalza senza infierire
sulle assi rovinate di legno, sentirti prossima nell’amore
condiviso. Tu prima tu sola tu sciolta dal mondo che cammina
con la fronte stramazzata e la speranza del sabato. A me
è rimasta la fiducia, Cetta, la fiducia mi è rimasta
dall’aprile del duemilasette, andando sul treno incontro
al mio burocratico futuro, mi è rimasta come un nascondiglio
l’ostinazione il tentativo di morire
ma mai da sola, ho la fiducia
che qualcuno mi trovi perché al mondo
non esiste gioco senza lieto fine e so
che da qualche parte è ripresa la conta.
Quindi mi faccio tana col corpo mi faccio piega mi faccio
buco, finché qualcuno non mi viene a cercare mi dice
smetti di sperare ti ho trovata.