Con due anni di ritardo la Filmauro punta su loro due per sbancare il box-office natalizio, applicando finalmente quel restauro vincente che da queste parti già dopo aver visto "Colpi di Fulmine" speravamo e chiedevamo a gran voce. Il duo comico romano infatti con "Un Natale Stupefacente" riporta in quello che era diventato ormai un appuntamento stantio e privo di significato, le qualità che inizialmente ne avevano esaltato proprietà e caratteristiche, le stesse che nel tempo erano state decisive per trasformarlo addirittura in quella tradizione fissa e immancabile per lo spettatore e la famiglia. Originalità e risate, dunque, in una versione tutta inedita, colma di freschezza e giunta per direttissima dai palchi teatrali calcati dai due nuovi scoppiettanti protagonisti. Perché se non è esattamente carta bianca quella messa a disposizione di Lillo & Greg, di sicuro poco ci manca: la loro vena umoristica surreale, i momenti nonsense, la comicità slapstick, sono elementi che sia miscelati, che presi singolarmente, non possono fare altro che influenzare la scena contagiandola a tutto tondo senza risparmiare neppure i co-protagonisti presenti per i quali è fondamentale tenere il il passo e pescare il meglio del loro lato ironico più nascosto. Ne deriva perciò una commedia semplice, ma divertente, con equivoci, farse e intrecci irresistibili che non fanno altro che alimentare il grado di risate e la riaffermazione di un prodotto di cui si era cominciato a mettere in discussione praticamente ogni virgola.
Lo spirito di "Un Natale Stupefacente" invece somiglia a quello di una commedia europea, con riferimenti leggeri anche a quella americana di qualche decennio fa. Un cambiamento radicale e intelligente, insomma, che ha chiesto anni e anni di prove e tentativi a vuoto, in cui abbiamo visto mutare cinepanettoni fino alla soppressione e provare formule alternative di scarso successo. Ora, secondo chi scrive, ciò che si stava cercando è stato trovato, nonostante la risposta definitiva spetti sempre al pubblico.
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