Un’occasione mancata per Dylan

Creato il 10 marzo 2016 da Claudia

Vi ricordate di Dylan, lo studente cinese ospitato da mia madre tramite il programma Intercultura? Quando è arrivato a inizio settembre tutti avevano grandi aspettative, alcune ragionevoli, altre forse un po' esagerate. Ma in ogni caso legittime. Non sappiamo cosa abbia spinto Dylan a scegliere quest'esperienza, perché ogni adolescente ha aspettative diverse. Ma il minimo che tutti si aspettavano è che Dylan facesse uno sforzo per integrarsi in famiglia e che fosse per lo meno interessato alla cultura del paese che ha scelto di chiamare casa per un anno.

Ma evidentemente anche queste previsioni erano esagerate per lui, perché le cose sono andate male fin dall'inizio. Prima per la sua totale mancanza di conoscenza dell'italiano e per la sua mancata dedizione all'impararlo. E poi per il suo mancato interesse verso tutto quello che non è giochi al computer e i suoi amici cinesi. Un po' triste per un ragazzo di 16 anni che dovrebbe stare vivendo l'esperienza più bella della sua vita.

Sono passati sei mesi ormai e Dylan è a metà della sua esperienza. Ricordo me stessa in questo periodo del mio anno in America: ero all'apice della felicità, avevo amici splendidi, una famiglia che ormai consideravo come la mia, e coglievo ogni occasione che mi si presentava per fare nuove esperienze. Sapevo che sarebbe stato un anno unico nella mia vita e volevo assaporarne ogni secondo: nessun rimpianto, nessun rimorso, volevo vivere il mio anno al 200%. Dire che Dylan si sta godendo il 20% è dire tanto.

E questo mi sta facendo tanto riflettere e tanto arrabbiare. Rifletto sul perché un ragazzo debba andare fino in Italia per passare intere giornate a dormire e nottate a giocare al computer, quando poteva farlo benissimo a casa sua. Mi chiedo come possa raccontare ai suoi genitori delle sue giornate in Italia, quando spesso e volentieri neanche esce di casa. Mi domando cosa stia imparando, se a scuola dorme tutto il tempo ed esce solo con gli amici cinesi. Rifletto su come possa dirsi soddisfatto di questo anno di scambio e, soprattutto, mi chiedo davvero cosa pensi di portare a casa da quest'esperienza. Perché al di là di una minima conoscenza dell'italiano e dell'amicizia con qualche ragazzo cinese, davvero Dylan non ha fatto altre conquiste.

Non si sveglia da solo la mattina, non arriva in tempo a scuola, non mangia insieme alla mia famiglia, non approfitta delle uscite offertogli da mamma e Intercultura, preferendo stare a casa per giocare al computer. Non è neanche andato al carnevale di Venezia con gli altri ragazzi stranieri perché si sarebbe dovuto alzare presto!

Da volontaria e returnee, è davvero un peccato per me vederlo buttare via una simile esperienza di vita, e sapere che al suo posto sarebbe potuto esserci uno studente più motivato. Sarebbe potuta essere un'esperienza da cambiargli la vita, una che avrebbe potuto segnare il suo futuro e fargli intraprendere una certa strada piuttosto che un'altra. Ma dubito che al suo ritorno in Cina Dylan ripenserà al suo anno in Italia come a qualcosa di diverso dal suo letto e il suo computer.

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