Il cielo, a piccoli tratti terzo e ad altri cupo, fuoribondo e ricolmo di folgori, annuncia il suo essere... percepisco, le emozioni salgono il mio fragile corpo, la mia mente raccoglie ogni sensazione e, ogni tremolio di vita accende il mio animo donandomi un flebile senso d'essere. Un sussulto scuote il mio corpo... la verità è avanti a me, non posso non vedere, devo accettare. Eccolo il mondo, sospeso nel vuoto che ruota immerso in un intreccio di forze, dove il tutto partecipa nel gioco universale. Io son sopra che l'accompagno non posso far nulla, posso solo sentire... questo è ciò che mi è dato. Vivo la mia prigione illudendomi d'esser libero ma tutto è deciso, cammino pensando di aver scelto il percorso, ma non mi rendo conto che non posso scegliere, se non nei limiti a me taciti. L'uomo è" finito" in quanto è "definito", ciò significa che è proprio tale definizione che segna i limiti del suo capire, e, in tali limiti, è dunque contemplabile tutto ciò che egli possa fare. Vivo, ma non so dire nulla sul mio vivere, se non raccontarmi fantastorie che hanno il solo fine di intorpidirmi l'intelletto, il tutto come una droga che affievolendo il dolore rende schiavi dell'ignoranza. Non voglio, chiudere gli occhi offuscando le mie emozioni, volgiamoci dentro, non neghiamo a noi stessi l'opportunità di ampliare il nostro orizzonte. La piramide della conoscenza non è fuori ma nel nostro interno, essa illumina magnificando chiunque comprenda che il senso è in essa, tutto il resto è sollo mistificazione, surrogato di verità... un consumo continuo autoingannevole che riempie svuotando!
Il cielo, a piccoli tratti terzo e ad altri cupo, fuoribondo e ricolmo di folgori, annuncia il suo essere... percepisco, le emozioni salgono il mio fragile corpo, la mia mente raccoglie ogni sensazione e, ogni tremolio di vita accende il mio animo donandomi un flebile senso d'essere. Un sussulto scuote il mio corpo... la verità è avanti a me, non posso non vedere, devo accettare. Eccolo il mondo, sospeso nel vuoto che ruota immerso in un intreccio di forze, dove il tutto partecipa nel gioco universale. Io son sopra che l'accompagno non posso far nulla, posso solo sentire... questo è ciò che mi è dato. Vivo la mia prigione illudendomi d'esser libero ma tutto è deciso, cammino pensando di aver scelto il percorso, ma non mi rendo conto che non posso scegliere, se non nei limiti a me taciti. L'uomo è" finito" in quanto è "definito", ciò significa che è proprio tale definizione che segna i limiti del suo capire, e, in tali limiti, è dunque contemplabile tutto ciò che egli possa fare. Vivo, ma non so dire nulla sul mio vivere, se non raccontarmi fantastorie che hanno il solo fine di intorpidirmi l'intelletto, il tutto come una droga che affievolendo il dolore rende schiavi dell'ignoranza. Non voglio, chiudere gli occhi offuscando le mie emozioni, volgiamoci dentro, non neghiamo a noi stessi l'opportunità di ampliare il nostro orizzonte. La piramide della conoscenza non è fuori ma nel nostro interno, essa illumina magnificando chiunque comprenda che il senso è in essa, tutto il resto è sollo mistificazione, surrogato di verità... un consumo continuo autoingannevole che riempie svuotando!