A seguito di un viaggio a Cuba, sento il bisogno di esprimere alcune considerazioni che ho avuto modo di fare in questo paese. La prima considerazione è stata quella di vedere una popolazione tranquilla e felice. La musica, il ballo, lo stare insieme, erano espressione di tutta una popolazione. Un paese dove, si percepisce benissimo, esistono valori umani, voglia di socializzazione e tanta voglia di vivere, in una situazione economica non certamente felice, spesso in condizioni di miseria. Un paese Socialista di cui sono convinti sostenitori, dove nessuno accetta l’idea di avere una società capitalistica, anche se capiscono benissimo di vivere in un regime, dove non sempre la libertà è il massimo.
Noi viviamo in una società stressata, in cui non riusciamo ad essere felici, dove il nostro unico miraggio è il “DENARO” come se questi fosse la panacea di tutti i mali.
Di seguito vi segnalo passi d’interventi fatti dal Compagno CHE GUEVARA ai lavoratori cubani:
“Il salario è un male che nasce con l’affermarsi del capitalismo, che nasce, quando la borghesia prende il potere”.
“In una nuova società non si può considerare il lavoro come la parte buia della vita, ma tutto l’opposto”.
“Dobbiamo camminare su una base fondamentale, fare del lavoro una necessità morale, una necessità interna, abbandonare l’idea erronea, tipica di una società fondata sullo sfruttamento, per la quale il lavoro è un bisogno sciagurato dell’uomo, ma deve invece emergere l’altro aspetto del lavoro, una necessità spirituale”.
“Consideriamo in primo luogo che nel retribuire con un determinato salario un lavoratore che adempie alla norma, noi non lo paghiamo per la vendita della sua forza lavoro.”
“ Non possiamo dire semplicemente che il lavoratore lavora perchè se non lavorasse non mangerebbe.”
“In una società Socialista il lavoratore lavora perchè lavorare è il suo dovere sociale. Questo dovere sociale consiste nel produrre uno sforzo di media portata ricevendone in cambio un salario e al tempo stesso tutti i benefici che la società offre.”.
I benefici che la società (Stato) offre consistono: Energia elettrica, Gas, Acqua, Abitazione (spesso in stato precario), l’Istruzione, la Sanità; queste ultime due, in assoluto, tra le migliori al mondo. E poi i generi di prima necessità: pane, riso, fagioli, pollo, latte, zucchero, uova, ecc…
Con riferimento a questi benefici ho cercato di fare un’analisi di una famiglia come la mia che vive in un paese capitalista; Energia elettrica, gas, acqua, spazzatura, una figlia universitaria, occorre una spesa media mensile di 1200,00 euro. Se poi nel corso dell’anno bisogna ricorrere alle cure mediche o dal dentista e nel caso specifico ho avuto una richiesta per la cura dei denti di mio figlio, pari a 15.000,00 euro e poi occhiali, ticket, medicinali, ricoveri ecc…non capisco come si possa fare.
Senza entrare nel merito delle spese per i beni di prima necessità non capendo bene che cosa, questo capitalismo, ci faccia considerare beni di prima necessità.
In sostanza, mentre a Cuba queste spese non ci sono, come fa, in Italia un lavoratore medio e onesto o a maggior ragione un lavoratore precario o chi un lavoro non lo ha?
Mi viene spontaneo chiedermi. Dov’è la sinistra italiana? Quali valori hanno profuso in questi anni?
Leggo ancora un passo di un discorso del Compagno CHE GUEVARA:
“Rispettare la norma di lavoro e di qualità rappresenta per ogni operaio un dovere sociale nei confronti di tutta la comunità, poiche’ è questa che gli da il lavoro, gli garantisce di sfamare i suoi figli e il minimo indispensabile di benessere sociale, gli fornisce nei limiti della possibile assistenza e servizi pubblici e si preoccupa affinché le sue condizioni di vita migliorino.”.
Una popolazione, la nostra, in cui devi puntualmente affannarti per soddisfare i “Bisogni” che il capitalismo ci impone.
Penso proprio che questi signori del capitalismo ci stiano prendendo in giro, per arricchirsi sempre di più, ci fanno vedere, per mezzo stampa e tv, sempre di loro proprietà, i prodotti che noi dobbiamo consumare.
Ritengo che oggi tutti sentono la necessità di vivere una vita più sana, dove prevalgono i sentimenti, una società civile dove ci si può stare insieme, avere cura dei più deboli. Non è possibile che impegnati come siamo a produrre di più, a dedicare tutti i nostri sforzi alla conquista del “benessere individuale” abbiamo perso tutti i valori civili e umani.
In nome del capitalismo abbiamo tutti i giorni migliaia di giovani che muoino sulle strade per causa di macchine potenti per raggiungere altissime velocità, ma se i limiti sono, in autostrada, di 140 Km. perché costruire macchine da 300 Km. orari? Perché non diamo più spazio a studiare la produzione di macchine elettriche meno veloci, meno inquinanti, per non sentire che le domeniche si debba chiudere il traffico nelle grandi città per far sì che diminuisca l’emanazione di polveri sottili nell’ambiente? E il resto della settimana?
Quanti lavoratori muoiono ogni anno sui luoghi di lavoro? La spiegazione è che non ci possiamo fermare, dobbiamo produrre, produrre, perché i signori del capitale devono essere sempre più ricchi.
E’ possibile che dobbiamo vivere in una società dove ci siano personaggi che guadagnano milioni d’euro al giorno e la stragrande maggioranza si deve accontentare di 1000,00 euro al mese? E i pensionati? E i disoccupati?
E ancora una volta mi faccio la domanda? Dov’è la sinistra che predica il socialismo? Gestisce il potere, un reddito di almeno 20 volte superiore a quello di un comune cittadino e dopo un pò d’anni che esprime tutti i suoi “sforzi” in una sede parlamentare avrà un reddito vitalizio ben congruo e possibilmente la sua brava scorta e una macchina parlamentare a vita.
Riflessione finale: Perché non accontentarci di vivere una vita più sana, più tranquilla, più serena, vivere in una società dove ci si possa voler bene l’uno con gli altri?
SE QUESTO E’ IL “PROGRESSO” CONCLUDO CHE PREFERISCO VIVERE A CUBA.