Eccoci a Genova, città che nelle ultime settimane ha sofferto molto.Rendo un piccolo omaggio alla sua bellezza e alla sua forza prendendo come esempio un’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio custodita in questa città, nella Galleria di Palazzo Bianco.Voglio vedere e guardare Ecce Homo, dipinto nel 1605.
Perché ho scelto quest'opera
Caravaggio ha lasciato capolavori in tutta Italia, per nostra fortuna. L’opera che ho scelto ha avuto una storia molto contrastata nel corso dei secoli, infatti non è stata riconosciuta da subito la paternità di Caravaggio, è stata dimenticata per anni in una cantina e ancora oggi si discute molto sulla sua autenticità. Allora perché parlare di una delle eccellenze italiane dell’arte attraverso un’opera così controversa? In primo luogo perché la trovo meravigliosa, e poi perché mi dà la possibilità di far vedere un Caravaggio diverso. Mi spiego meglio. L’arte sacra del Seicento ha scopi precisi: deve educare i fedeli e deve farlo attraverso chiarezza, verità e aderenza alle Scritture. Per la Chiesa è necessario affermare la propria identità e far vedere la propria grandezza anche e soprattutto attraverso l’arte, cercando di arginare la Riforma protestante e le sue rivendicazioni di autonomia da Roma. E’ il periodo dell’arte della Controriforma. Caravaggio non si adatta alle regole della Chiesa e spesso dà scandalo per i modelli che ritrae in veste di personaggi sacri (mendicanti, prostitute…). In più occasioni infatti le sue opere vengono rifiutate dai committenti per l’estrema umanità delle figure e per le pose troppo realistiche. In questa opera però, nel gesto di Pilato che mostra Cristo alla folla e allo spettatore, l’artista aderisce invece a pieno alle finalità della pittura controriformista.
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio
L’angolo delle curiosità
*Nel 2010 sono stati ritrovati i suoi resti. Una squadra dell’Università di Bologna dopo anni di ricerche ed analisi ha confermato che le ossa ricoperte di mercurio e piombo, utilizzati dai pittori del seicento per preparare i colori, sono dell’artista (ma ne sono sicuri solo all’85%).
*Per la realizzazione dei suoi dipinti, Caravaggio metteva delle lanterne in posti specifici del suo studio così che i modelli venissero illuminati solo in parte, con la luce radente lasciando il resto del corpo nel buio dell'ambiente.
*L’Ecce Homo è stato restaurato nel 1954. Per lo studio dell’opera è stata usata la tecnica della radiografia, grazie alla quale è stato possibile vedere anche le parti della composizione che poi Caravaggio ha messo in ombra. L’artista è stato uno dei pochi che ha utilizzato la tecnica dell’abbozzo monocromatico a biacca (su un fondo scuro tracciava le linee dei suoi personaggi col bianco di piombo), il che che ha reso visibili ai raggi x i suoi “pentimenti”, come le mani di Pilato, la testa di Cristo, le sue spalle, le braccia, le mani e il perizoma.
*L’Ecce Homo ha lasciato in ottobre Palazzo Bianco per essere esposto in America, in occasione di una delle tante mostre che ci sono state quest’anno per celebrare i 400 anni dalla morte dell'artista (il progetto delle mostre si chiama Caravaggio 400).
*Renato Guttuso, un grande pittore del ‘900, si chiedeva come fosse possibile che ancora oggi davanti ad un’opera di Caravaggio ci si senta riaprire nel petto una ferita che si credeva chiusa. L’unica risposta possibile è che la verità dell’arte si misura dalla sua capacità di essere sempre viva e di fare in modo che mostri a noi stessi una nostra nuova faccia, o una che abbiamo dimenticato. Iscriviti a Viadeo, il business social network scelto da <a href="http://www.viadeo.com/it/profile/lorenza.bevicini" title="Profilo Viadeo di Lorenza Bevicini"> <b>Lorenza Bevicini</b></a> e più di 30 milioni di professionisti