La classe operaia e la piccola borghesia manifestano una domenica si’ e l’altra pure, la media borghesia sta sparendo, l’alta borghesia e’ pingue di denaro e magra d’intelletto, piu’ su... stanno tutti bene, grazie. Non avevamo dubbi a riguardo.
La Ferrari si fa battere dall’auto di una bibita frizzante, il crimine divampa, la sicurezza personale e’ un’ipotesi lasciata alla sorte, la pensione una chimera e per domani e’ prevista pioggia nel Nord-Est.
L’informazione generalista e’ una farsa, l’alternativa un placebo, le infrastrutture sono inadeguate, l’agricoltura un disastro, l’Europa di Lisbona sta andando giu’ come una pera cotta – era ora – e presto dovremo abituarci ad una nuova moneta, il Dollaro.
Siamo un Paese del Terzo Mondo incastrato sotto la Svizzera, stan venendo giu’ anche i monumenti, uno per volta; i turisti stranieri e la comunita’ internazionale ci guardano ogni giorno che passa con rinnovato disinteresse e non vogliamo ammetterlo ne’ a loro ne’ a noi stessi. Sara’ piu’ chiaro quando per le strade comincera’ a girare gente armata con i caschi blu sulle ciocche bionde.
Al contempo siamo un Paese interessante: l’unica democrazia in cui vige la dittatura della minoranza, comunque la si voglia intendere, ma anche l’unica in cui la resistenza sta al governo.
Un Paese fuori dal comune: l’unico in cui un establishment arrivista, arraffone ed arruffapopoli, corrotto al settant pour cent e corruttibile al cent pour cent, persegue coeso un solo obiettivo: fottere tutti gli altri.
Siamo un Paese cosi’, che va a farsi fottere ma non succede niente.
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