In questi giorni il direttore di un importante quotidiano nazionale si trova agli arresti domiciliari per un articolo pubblicato cinque anni fa sotto pseudonimo da un giornalista della testata di cui era responsabile. Sto parlando di Alessandro Sallusti e della sua condanna per diffamazione aggravata e omesso controllo.
I fatti sono raccontati molto chiaramente su questa pagina del Corriere, ma li riassumo: una ragazzina di tredici anni finisce ricoverata in neurologia per esaurimento nervoso in seguito a un aborto. Di mezzo c'è anche una decisione del giudice dei minori che, dopo aver sentito la bambina ed essersi assicurato che entrambi i genitori (separati) fossero informati, autorizza l'operazione. Il caso monta sui giornali e Libero pubblica un commento molto tagliente, in cui ricostruisce in maniera falsa e tendenziosa i fatti e infine emette il giudizio:
«Se ci fosse la pena di morte, se mai fosse applicabile, questo sarebbe il caso. Al padre, alla madre, al dottore e al giudice»
Il tutto firmato Dreyfus. Quando un articolo è pubblicato sotto pseudonimi o addirittura non è firmato, ne risponde direttamente il direttore editoriale. Il giudice in questione se la prende (giustamente) e querela per diffamazione il direttore di Libero, ovvero Alessandro Sallusti.
Tra una doverosa querela per diffamazione, alla quale è giusto ricorrere se il giornalista invece di informare DISinforma, e una condanna a 14 MESI DI RECLUSIONE in via definitiva c'è tutto il mio sdegno e disappunto! Non sono esperto di giurisprudenza italiana, non mi sono informato sulle leggi che regolamentano la libertà di espressione e la deontologia giornalistica all'estero, però non ho dubbi: dovrebbero esistere pene alternative per reati di questo tipo, come sanzioni personali o alla testata di appartenenza, provvedimenti disciplinari dell'albo di categoria, radiazioni, servizi sociali o articoli riparatori.
Detesto il modo di agire del direttore Sallusti, penso sia un pessimo giornalista e sono spesso in forte contrasto con le sue idee politiche ma, per coerenza, non posso tacere di fronte a questa vicenda.
I giornalisti non possono scrivere quello che pare a loro, nell'impunità, ma allo stesso modo non è giusto che rischino il carcere se commettono errori (con o senza dolo) o se esprimono opinioni anche forti. Mi auguro che il parlamento che subentrerà a questo saprà porre rimedio a questa situazione ingiusta e ipocrita.
Altrimenti sarò costretto ad esprimere ancora la mia solidarietà a gente come Sallusti!
ps: segue il video della dichiarazione alla Camera dell'onorevole Renato Farina datata 27 settembre in cui ammette la paternità dell'articolo incriminato e chiede pubblicamente scusa al giudice per aver scritto il falso.