Nella mia città, nonostante i decennali proclami degli amministratori, non abbiamo ancora uno straccio di pista ciclabile e tanto meno aree di sosta per ciclisti e turisti su due ruote. Del resto ci sono turisti e turisti. Quelli su due ruote, evidentemente, non meritano particolare attenzione. Per quanto, questi ultimi, sono gli unici che, non essendo ospiti di gabbie dorate a 5 stelle lusso, hanno un rapporto diretto (anche economico) con il territorio e la città. Si fermano, entrano nei negozi, acquistano e vivono la città. Risale al 2011 l'ultimo mirabolante proclama, e da allora il nulla. Lo trovate qui. Non solo, mentre tutt'intorno dalla Valle d'Itria a Monopoli saltando fino a Ostuni, il piano di mobilità ciclabile è già una realtà, Fasano è l'unico comune a non aver iniziato nemmeno la progettazione.
Abbiamo tanto da imparare, noi occidentali, (noi del primo mondo, il mondo industrializzato del turbo capitalismo liberista che oggi va in rovina, a causa del suo ipertrofismo autoreferenziale), da quei paesi che, con fin troppa presunzione e cecità, ci ostiniamo definire del "terzo mondo", o tutt'al più in "via di sviluppo". Per loro merito, questi paesi, avendo cura del patrimonio naturale in cui vivono, sperimentano e praticano vie alternative rispetto al nostro decadente sviluppo, e con successo.