E' una storia scritta da Daniela Luchetta, mamma di Andrea e Carolina, vedova di Marco, un giornalista RAI morto nel 1994 a Mostar mentre stava realizzando un servizio sugli orrori della guerra in Bosnia Erzegovina. Inutile dire, dunque, quante emozioni siano concentrate tra le righe. Le emozioni che, nella realtà, l'autrice ha avuto la forza di scrivere su carta partendo dalla sua triste esperienza rispetto alla quale, però, è riuscita a trovare la spinta giusta per tornare ad apprezzare la vita nonostante la tragedia che ha turbato la serenità della sua famiglia.
L'autrice è molto delicata nel descrivere quanto accade a Marco ed anche nell'esprimere la voglia di un padre di non lasciare quella famiglia che, non certo per scelta, si è trovato invece a lasciare.
E' un libro che aiuta a riflettere sulla morte e su ciò che comporta sia per chi se ne va che per chi resta.
Nebbia èun personaggio chiave nella storia: un gattino che esiste realmente nella vita dei bambini veri, orfani di Marco.
Quando mia figlia, mentre ascoltava la lettura, mi ha detto: "Mamma... ma Marco è morto!", mi sono resa conto di quanto i bambini siano attenti e sensibili a quello che viene letto loro o a quello che leggo. La parola morte non compare mai eppure il messaggio viene trasmesso loro con una delicatezza commovente.
Marco non ebbe il tempo di capire niente: un lampo, un botto ed era già tutto finito. FINITO... finito che?
Il libro si apre con queste parole e, tra un sogno ricorrente e la voglia di leggerezza, Marco viene descritto come un papà legato da un immenso amore ai suoi figli. Anche questo viene trasmesso con un'immensa tenerezza. Così come tutto il resto.
Non è un libro facile per bambini troppo piccoli ma se avessi fatto attenzione al colore della copertina e della relativa legenda me ne sarei accorta prima. Ci sono molte parole difficili che hanno richiesto delle spiegazioni (viste le puntuali interruzioni di mia figlia che proprio non ci sta a lasciare correre una frase se non ne capisce il senso) ma nonostante questo la lettura è stata compresa in ogni minimo dettaglio. Dopo la prima sera, quando siamo tornati a leggere e siamo ripartiti da dove avevamo lasciato, la principessa di casa mi ha chiesto di ripetere insieme quello che avevamo letto la sera prima: a dire il vero ha fatto tutto lei e lo stesso è stato anche nelle sere seguenti.Il piccoletto di casa credo che non sia riuscito a seguire più di tanto visto che per lui la storia era davvero un tantino difficile e... dopo pochi momenti l'ho sempre trovato addormentato. Mia figlia, invece, ha ascoltato tutto con molta attenzione.
Io ammetto che il pensiero più che ad un papà tra le nuvole è andato ad una mamma tra le nuvole. Un'amica... che ha lasciato tutti noi troppo presto...