Un paparazzo al Cairo

Creato il 03 febbraio 2011 da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Ho appena scoperto che esce oggi “Chi ha ucciso Norma Jean”, romanzo giallo nonché opera prima di uno dei più raffinati maitres-à-penser dell’Italia di oggi: Fabrizio Corona.
Il sito booksblog da cui apprendo la notizia presenta il libro con tutta la facile ironia sciorinabile in questo caso e sottolineando il fatto (come se fosse una notizia) che «Corona precisa di non aver mai letto da bambino, di conoscere solo di nome Bukowski, di non sapere proprio chi sia Jack Kerouac».
E dire che io ho sempre immaginato Fabri "Sfibra" come un massimo esperto di letteratura classica...

Il thriller è tutto incentrato sulla figura di – ohibò! – un paparazzo arrogante, pieno di sé e sborone al punto di presentarsi con frasi come «Se i direttori mi incontrano per la strada fanno finta di non conoscermi, ma quando entro nelle loro pompose redazioni, nei loro pomposi palazzi del centro, manca poco che stendano un tappeto rosso dalla porta alla loro pomposa scrivania. Mentre aspettano di vedere il materiale che gli ho portato hanno l’espressione di uno che è sull’orlo dell’orgasmo. E io non li deludo mai.»
Come dare torto a Corona, visto che, di recente, abbiamo scoperto che lo stesso Lele Mora non veniva mai scontentato, quando richiedeva orgasmi?

Ma ribadisco: siamo capaci tutti, noi finti intellettuali e scrittorucoli da dodici copie vendute, ad atteggiarci a grandi professionisti della parola dall’indignazione facile!
Io invece son convinto che si debbano abbandonare i pregiudizi e, al contrario, comprare in massa questo romanzo che – perché dubitarne? – arriva sicuramente sul mercato per i reali meriti letterari del suo autore. 
E posso dirlo con assoluta certezza anche senza aver prima letto il tomo, visto e considerato che la Cairo Publishing, casa editrice del libro, ha tenuto in lettura per circa un anno il mio secondo romanzo “La sofferenza è gratis”, e che, dopo una serie di valutazioni positive da parte di alcuni editors, l’ha rifiutato in quanto non lo riteneva sufficientemente maturo stilisticamente. 
Mi sento dunque legittimato ad affermare con una certa cognizione di causa che Cairo Publishing è attentissimo alla qualità dei libri annoverati nel suo catalogo, e che quindi se il bel scrittor-del-paparazzo è riuscito laddove io ho fallito, evidentemente deve avere doti (narrative, s’intende) che io non posso permettermi di sminuire con basso sarcasmo.

Anche perché, lo insegna la storia del romanzo da Boccaccio a Gabriel Garcia Marquez, per essere bravi romanzieri bisogna innanzitutto saper cogliere l’essenza del proprio tempo, dell’ambiente in cui ci si muove, farsi insomma totem del popolo in cui si è immersi. E, vista da quest’angolatura, una salita di Corona nel gotha della letteratura italiana non sarebbe affatto fuori luogo, considerato che, dati dei sondaggi politici alla mano, il meretricio, la scaltrezza e l'arrampicamento sociale sono i nuovi valori fondanti della nostra repubblica.


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