Diventare vegetariana è stato un passo lungo un libro. I miei genitori dicono di aver sempre saputo che sarebbe successo e che si aspettavano questa comunicazione anni fa. Beh, è arrivata un giorno di giugno e da allora le peripezie per far capire le mie motivazioni non sono mancate. Quello che quasi nessuno mi ha chiesto, e che mia madre sta iniziando a capire solo ora, è il motivo per cui l’ho fatto. Sembra assurdo ma nonostante non sia mai stata un’amante della carne non mi sono mai posta interrogativi sulla sostenibilità di un’alimentazione di questo tipo. Non lo facevo perché ero convinta che il vegetarianismo fosse una tendenza in stile new age. Niente di più sbagliato. E qui torniamo al titolo. Sono diventata vegetariana leggendo il libro di Peter Singer e Jim Mason “Come mangiamo”, un bel libro, un po’ troppo distante dalla prospettiva di un’europea, ancora di più da quello di una sarda abituata a vedere pecore che pascolano di fianco a casa e l’agnellino vivo portato in chiesa per celebrare la Pasqua. Eppure i temi ambientali mi sono sempre interessati: l’essere diventata vegetariana ha a che fare con la vita in generale, non solo animali ma anche il mondo dei lavoratori e quello in cui vivo.
E’ un bel libro, ricco di testimonianze e frutto di un attento lavoro di indagine, merita di essere letto per ampliare i propri orizzonti, ma resta comunque chiaro che certe scelte non si possono imporre.
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