Mentre si avvicina una ricorrenza che da sempre mi procura un certo fastidio, con tutti quei cuori, quel rosa, i cioccolatini, i fiori, le cornici a forma di cuore, i lucchetti eccetera, mi torna in mente ciò che è stato.
E ok che rivangare il passato è sconsigliato (oltre ad essere completamente inutile), ma io in questo periodo mi sento di guardare un attimo indietro.
Eh già.
In questo periodo sento che qualche cosa debba comunque essere detta.
Per togliermi un peso. Almeno.
Sì.
Alla fine è risaputo che lo sfogo abbia proprietà terapeutiche.
Ci si libera. Si diventa più leggeri.
Come una cacata come si deve.
Esattamente allo stesso modo.
E quindi, ecco, vorrei che in questo momento particolare dell’anno le donne del mio passato si fermassero un attimo, smettessero di pensare a che regalo fare al loro cucciolottocicciobelloadorato e prestassero almeno quattro minuti d’attenzione al sottoscritto.
Quattro minuti per guardare indietro.
Mi sembra il minimo che possano fare.
Ecco, in questi quattro minuti vorrei che ascoltassero con attenzione un capolavoro della canzone italiana.
Un capolavoro del fu Piero Ciampi.
Il mio personale addio.
Non la scontata Last Goodbye di Buckley, bensì la meno nota Adius di Ciampi.
Proprio così. Ho scelto un pezzo di uno dei cantautori italiani che se la passavano maluccio in vita, ma la cui eredità musicale custodiamo gelosamente. Ora. Che guardare indietro è anche un vizietto difficile da togliersi.
E quindi, mi approprio delle parole di Piero e con tutto il sentimento possibile dico:
“… tu mi manchi molto
ogni ora di più,
la tua assenza è un assedio”.
E se ci penso bene, mi sembra di stare così male fino a sentire che
“un cuore giace inerte
rossastro sulla strada
e un gatto se lo mangia”.
E quindi – qui immaginate un po’ di enfasi musicale in più – vorrei dirti:
“ma Vaffanculo!”.
Ecco, l’ho detto.
Ma forse non è chiaro, quindi ripeto:
“sono quarant’anni che ti voglio dire: ma Vaffanculo,
ma Vaffanculo
te e tutti i tuoi cari”.
“Sai che cosa ti dico?
Vaffanculo
te, gli intellettuali e i pirati: Vaffanculo”.
Perché si, lui era B-e-l-l-i-s-s-i-m-o.
E anche io.