Leggi, rileggi e poi leggi ancora. Apri bene gli occhi, controlli d’aver visto bene, che non sia una distrazione o tutto uno scherzo. D’altronde non puoi fare altro, perché la notizia arrivata ieri dalla Turchia, precisamente da Golcuk, nella parte occidentale del Paese, sembra non essere vera. Anche se purtroppo lo è: 29 persone, fra cui un poliziotto, hanno violentato a turno una bambina di tredici anni. Poche settimane fa, sempre in quel Paese, nell’Anatolia sud-orientale, un caso analogo: una bambina di dodici anni stuprata da 26 persone. Ma come sono possibili simili mostruosità?
Il caso di un folle isolato, anche se ovviamente non giustificabile, rientrerebbe tra le pieghe di una realtà, lo sappiamo, a volte spietata. Ma 26 o 29 stupratori all’opera tutti assieme no, questo è orrore allo stato puro. Assurdo. Inspiegabile. Un orrore talmente grande che non ci possono essere processi o condanne, neppure esemplari, in grado di farci dimenticare che simili eventi si siano realmente verificati. Gli esperti, per tranquillizzarci, ci diranno che questi fatti sono meno rari di quanto si creda, che talora si verificano e che non sono altro che deplorevoli manifestazioni della bestialità dormiente in ciascuno di noi.
Tutto quello che volete, ma le vittime? Come faranno, dopo tanta violenza? Prima ancora di chiederci quale condanna si meritano i loro carnefici, è il caso d’interrogarsi su questo, sul presente e sul futuro di bambine a pezzi, coperte da cicatrici, con ricordi maledetti conficcati nella mente. Basteranno affetto e terapia, adeguatamente spalmati nel tempo, ad aiutare loro e quante hanno avuto la stessa sorte? Nessuno può dirlo. Esattamente come nessuno può escludere che un pensiero e una preghiera, anche se a distanza, anche se di pochissimo, possano contribuire ad agevolare il loro ritorno alla vita. Se oggi avete un minuto libero, ovunque voi siate, adesso sapete a chi dedicarlo.