Disastri naturali sempre più incombenti, alluvioni, frane, esondazioni di fiumi e torrenti, questo ed altro accade già da tempo causato soprattutto dai cambiamenti climatici e a farne le spese le vittime ricorrenti e i danni che tutto questo si porta dietro.
L’Italia come altre nazioni non è preparata a tanti eventi naturali che si susseguono con ritmo molto più frequente che in passato: le varie infrastrutture, le strade, gli impianti fognari, gli argini e tanto altro dovrebbero essere “adeguati” alle nuove condizioni climatiche. Bisognerebbe cominciare e portare avanti un insieme di interventi mirati a rafforzare la “difesa” dagli eventi naturali, un insieme di interventi che avrebbe costi faraonici forse ma che porterebbero anche moltissimi posti di lavoro e di conseguenza ad una ripresa economica. Certo con il debito pubblico attuale e con l’Europa “che pressa” non sembra il momento opportuno per cose del genere ma esse sembrano comunque la via giusta sia per uscire dalla crisi economica attuale che per difendersi dalle sfide che sta ponendo l’ambiente e il clima.
Viene da pensare al piano Marshall attuato nel dopoguerra per ricostruire tra l’altro una nazione come l’Italia che era uscita davvero con le “ossa rotte” da un conflitto così aspro e duro: viene da pensare ad un piano simile per ricostruire una nazione “messa a terra” dalla crisi economica e dai disastri naturali come anche dall’abusivismo edilizio, dal dissesto idrogeologico e dallo sfruttamento “selvaggio” del territorio portati avanti da decenni.
Un piano per l’ambiente e per le infrastrutture quindi, un piano per risollevare il nostro paese da un abisso in cui è da troppo tempo, un piano per risollevare migliaia di cittadini ridotti alla povertà e alla fame, un piano per mettere al sicuro coste, città, argini fluviali, paesi montani e tanto altro ancora, un piano che non dovrebbe essere visto come qualcosa di utopistico ma come qualcosa di cui la nazione necessita al più presto possibile.